Tre anni di carcere con sospensione condizionale della pena e revoca della licenza di trasporto. È la condanna inflitta a un conducente di un veicolo pesante dal tribunale penale di Digne-les-Bains per aver urtato una vettura provocando così la morte della persona che era alla guida. Il trasportatore ha 43 anni ed è titolare di un’azienda di trasporti a Digione, ma il 31 maggio del 2014 era lui stesso a guidare un veicolo pesante intorno alle 3 del mattino per dirigersi a Salon, dove doveva caricare delle pecore. In un incrocio in cui si intersecano quattro strade, il camion ha svoltato a sinistra ed è finito contro una vettura che procedeva in direzione opposta con tre giovani a bordo, di ritorno da una festa. L’uomo alla guida della vettura, di 29 anni, è morto sul colpo, un secondo è stato gravemente ferito alla testa e ha subito diverse fratture, mentre il terzo se l’è cavata con lesioni più lievi. Interrogato dal giudice del tribunale, il trasportatore ha detto di «non ricordare nulla», giustificando questa condizione con la stanchezza. Dagli esami a cui è stato sottoposto non risulta alcuna positività, né all’alcool né alle droghe. E anche la velocità del camion era di 84 km/h e quindi assolutamente regolare. Ma ad aggravare la sua posizione e a renderla penalmente rilevante è stato l’esame del tachigrafo digitale, dal quale risultava che il conducente, prima di rimettersi alla guida, aveva riposato soltanto 3 ore, violando così i tempi di guida e di riposo finalizzati proprio a garantire la sicurezza stradale. Per giustificare il suo comportamento, il conducente ha fatto riferimento a obblighi professionali verso la clientela e la difficoltà di applicare il regolamento sulle ore di guida laddove – come sempre più spesso accade – si fanno trasporti rispondendo a richieste improvvise. Peraltro, il trasportatore ha anche aggiunto che in 20 anni di lavoro in cui si è sempre comportato in modo, per così dire, elastico, senza provocare incidenti. Il giudice sul punto gli ha ribattuto che può anche essergli andata bene per così tanto tempo, ma non era scontato che gli sarebbe andata bene per sempre. Alla fine la corte ha condannato il trasportatore per omicidio colposo provocato da manifesta violazione degli obblighi di sicurezza. La sua patente di guida è stata annullata e per almeno un anno non potrà sostenere l’esame per averla nuovamente.