Quello delle spese non documentate è uno dei nodi principali nella trattativa tra ministero dei Trasporti e autotrasporto concentrata sulla ripartizione dei fondi destinati al settore. Il rimborso forfettario di queste spese, particolarmente gradito alle imprese artigiane, sarebbe sul punto di essere sbloccato. Il problema anche quest’anno, come già quello scorso, riguarda la definizione delle risorse e il rischio che quanto venga stanziato si riveli poi all’atto pratico insufficiente. Nel 2015 i 60 milioni stanziati dovettero essere integrati con altri 35, di cui 10 sottratti ai rimborsi e altri 25 stornati da fondi destinati agli investimenti.
Nel 2016 l’ipotesi su cui sta lavorando il sottosegretario ai Trasporti con delega all’autotrasporto, Simona Vicari, è quella di passare dai 60 ai 70 milioni, incrementando così lo stanziamento di 10 milioni. In questo caso a vedersi ridotte le partite sarebbero la voce relativa agli «investimenti» (5 milioni) e quella del rimborso del contributo per il Servizio Sanitario Nazionale (5 milioni). Dal ministero fanno sapere che l’ipotesi sarebbe accettata da tutte le organizzazioni e che quindi l’ultimo scoglio sarebbe quello di verificare con l’altro ministero interessato, quello dell’Economia che elabora le statistiche relative all’amministrazione finanziaria, il tiraggio reale della misura e constatare se effettivamente i 70 milioni siano sufficienti.
Ricordiamo che quest’anno, per la prima volta, le deduzioni saranno articolate in due sole fasce. Sparisce la distinzione tra trasporti regionali ed extra-regionali (che vengono raggruppati in un’unica fascia), mentre rimane quella che riguarda i trasporti svolti all’interno del Comune dove ha residenza l’autotrasportatore.
Nella legge di Stabilità non era stato previsto il valore delle due fasce, ma si precisa che i trasporti svolti all’interno del Comune consentiranno al trasportatore un beneficio pari al 35% di quello riconosciuto ai colleghi che esercitano l’autotrasporto sulle medie e lunghe percorrenze.
A convincere anche le associazioni delle imprese strutturate (Anita in primis) ad accettare questa soluzione sarebbe stata la promessa di accelerare le procedure per la definizione del decreto con cui rendere operativa la decontribuzione dell’80% degli autisti attivi nel trasporto internazionale per almeno 100 giorni all’anno. Misura sperimentale, prevista per tre anni, per la quale sono stati stanziati 65,5 milioni di euro.
fonte uominietrasporti