Un’inchiesta giudiziaria si abbatte sulla sottosezione della Polizia Stradale di Bagno di Romagna, che è competente per la sorveglianza dell’E45 da Casemurate fino a Pieve Santo Stefano, in Toscana. Il tutto è partito da un’attività ispettiva interna da parte del compartimento regionale di Bologna, che presto è finita sui tavoli della Procura della Repubblica di Forlì, per condotte anomale in particolare di due poliziotti lì in servizio, di cui uno era il comandante dell’epoca.
Le indagini della Procura, coordinate dal pm Lucia Spirito, si sono focalizzate sul vertice del reparto e su un sottufficiale che avrebbero percepito consistenti somme di denaro e altri benefici da alcune società che operano nel mondo dell’autotrasporto. Parte del denaro è stato utilizzato per l’acquisto di “strenne natalizie” di cui ha beneficiato tutto il personale del reparto, mentre la parte rimanente è andata in un “fondo cassa” custodito dal sottufficiale stesso, della bella cifra di 27.800 euro, accumulato nei corso delle “donazioni” avvenute dal 2012 al 2015.
Le indagini della Procura, che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché diverse testimonianze di imprenditori, hanno evidenziato un quadro consistente in cui almeno 16 ditte di autotrasporto della provincia di Forlì-Cesena, Umbria, Lazio e Veneto, “sovvenzionavano” con ogni tipo di bene la polizia stradale di Bagno di Romagna, in cambio – ipotizza l’accusa – di trattamenti di favore sui controlli operati nel loro tratto di competenza dell’E45. Oltre al denaro, anche cene di pesce a cui partecipavano numerosi poliziotti in servizio a Bagno di Romagna, generi alimentari (solo il natale dello scorso anno da parte di una sola ditta ben 32 prosciutti di Parma), buoni carburante, pacchi doni, ma anche sponsorizzazioni ad una squadra di calcio locale, di cui il comandante era presidente, finanche al pieno di carburante per le auto private dei poliziotti. La Procura nelle accuse ha ricostruito anche degli episodi di “straordinari gonfiati”.
Secondo le accuse, questo rapporto con la Stradale di Bagno faceva sì, per le ditte di autotrasporto, che in caso si controlli la pattuglia chiudesse un occhio, se non due. Le ditte che si trovavano in questo stato di grazia erano inserite in una lista che veniva fornita agli agenti. Emerge, inoltre, come queste generose “strenne natalizie” erano una consuetudine che si era sedimentata negli ultimi 15 anni (e solo recentemente, esplicitamente vietate per legge), tanto che l’argomento era di dominio pubblico in caserma e oggetto di discussione anche in riunioni sindacali in cui, va detto, alcuni singoli poliziotti contestavano apertamente la prassi e la ritenevano contraria alla legge. Altri agenti più coraggiosi, invece, si contrapponevano al sistema e non accettavano di applicare la “lista” delle aziende amiche, finendo, sempre secondo le accuse, vessati dai vertici.
Tutti gli episodi sono stati quindi sintetizzati, a vario titolo, nel reato di induzione indebita a dare utilità e truffa ai danni dello stato. Il Gip del tribunale di Forlì Camillo Poillucci, su richiesta della Procura di Forlì, ha emesso come misura cautelare la sospensione dal servizio per 10 mesi per il sottufficiale finito nel mirino dell’inchiesta, mentre per l’ex comandante al momento non sono state emesse misure cautelari in quanto nel frattempo, mentre si concludevano le indagini, è andato in pensione.
fonte cesenatoday