“«Dove non riusciranno i disagi generati dal green pass, dove inciderà sia pure in parte rilevante la mancanza di autisti, o, ancora i cantieri sulle autostrade e gli ingorghi e disagi che ogni giorno, a malincuore dobbiamo sopportare e subireche, in un panorama di incremento costante nel prezzo del carburante, l’autotrasporto potrebbe arrivare ad un blocco a seguito della mancanza di AdBllue e statene ceertiperchè senza una soluzine immediata….ci riuscirà!! Dietro al nome AdBlue, a tanti sconosciuto, si cela un prodotto chimico che obbligatoriamente i camion Euro 5 e Euro 6 (ovvero i più ecologicamente avanzati) devono utilizzare e in assenza del quale i loro motori diesel si fermano. Il rischio: tale situazione sta portando l’autotrasporto verso un fermo tecnico globale, lasciando liberi di circolare solo i camion più vecchi e più inquinanti.”
Le riserve di Adblue si stanno rapidamente esaurendo per una reazione a catena che attenziona tutte le regioni italiane: l’inaudito aumento del metano, necessario a produrre ammoniaca e quindi a produrre urea, utilizzata per fertilizzare i campi, e in minima parte convertita in Adblue necessario a far muovere i motori dei camion, sta rapidamente sparendo dal mercato.
La linea produttiva di Adblue presente sul nostro territorio si è fermata alimentando fenomeni di produzione di riserve da parte di chi ne ha possibilità e quindi di speculazione. Questa situazione provocherà una inesistenza di prodotto. Attualmente il costo è balzato da 280,00 euro ad oltre 500,00 euro per 1.000 litri. Il fenomeno riguarda 1,7 milioni di veicoli adibiti al trasporto delle merci.
Tutti i camion utilizzati per il per il trasporto merci hanno un sistema che utilizzando l’Adblue abbatte l’ossido di azoto e gli nox. Evviva la transizione ecologica ed in barba alla rottamazione per la sostituzione dei vecchi mezzi con i nuovi.
In tal modo, essendo il trasporto un settore vitale per l’economia si innesca, paradossalmente una concorrenza tra le nuove flotte ed i proprietari dei vecchi mezzi inquinanti: chi non ha cambiato o potuto cambiare i vecchi mezzi si ritroverà, a breve, a godere di una posizione di vantaggio.
A questo aggiungiamo coloro che, per alto senso civico, ha investito sui mezzi alimentati a GNL, oggi si trova a pagare più del doppio per il rifornimento: da poco meno di 1 euro a 2,20 euro senza poter usufruire del recupero delle accise.
Il rischio: il non voluto fermo dei mezzi di nuova generazione, renderà, e si vuole sopravvivere e garantire la distribuzione, obbligatorio l’utilizzo dei Tir vecchi, con una esplosione di prezzi gonfiati e con un incremento record delle emissioni.
Domanda: le Autorità di vigilanza sul mercato e le istituzioni competenti? Se ci siete battete un colpo!!!