Controlli e lotta senza quartiere alle imprese di trasporto sospette o “fantasma”. È l’obiettivo dei responsabili dell’Albo degli Autotrasportatori nell’ambito dei compiti a loro assegnati dalla Legge di Stabilità, tra cui quello di effettuare la revisione degli elenchi delle imprese iscritte e smascherare quelle fuorilegge.
Già da un primo calcolo si stima che in Italia siano circa 35 mila le aziende che, pur senza possedere i requisiti previsti da norme europee e nazionali, risultano iscritte e usufruiscono delle misure che il Governo vara per il settore. Si tratta per lo più di agenzie di intermediazione che talvolta fanno anche concorrenza sleale o favoriscono il ricorso a “personale somministrato” che proviene da Paesi dove il costo del lavoro è significativamente inferiore rispetto a quello sostenuto dalle aziende regolari che operano in Italia. “E’ un controllo indispensabile – ha commentato Paolo Uggè, presidente FAI, sul blog “Stradafacendo” – per far sì che la competitività, condizione essenziale per poter restare su un mercato sempre più europeo, si muova lungo due direttrici obbligate: quelle delle regole e dei costi uguali per tutti”.
Per smascherare le “imprese fantasma”, i responsabili dell’Albo stanno stipulando convenzioni con gli istituti previdenziali in modo da sovrapporre i dati e verificare la regolarità contributiva e fiscale. “Un deciso passo in avanti – spiega ancora Uggè – che però rischia di non bastare. È altresì necessario che tutte le imprese che trasportano merci pericolose possano partire alla pari e non, come accade oggi, con le imprese italiane penalizzate ad esempio dall’obbligo d’iscriversi al Sistri, col solo risultato di assegnare i traffici transfrontalieri ai concorrenti esteri che non sono assoggettati al sistema di monitoraggio, rivelatosi per di più incapace di funzionare. O, ancora, risolvendo la questione del Pra, istituito nel 1927, che costa senza dare servizi utili”.
fonte uominietrasporti