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ATTAPIRATI? NON ECCESSIVAMENTE, MA MOLTO PREOCCUPATI!!!!

Prosegue l’impegno PMIA (Piccole e medie imprese autotrasporto) per fare chiarezza nella confusione creata nell’autotrasporto, e verso l’autotrasporto, dalle letture errate di uno studio avviato dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) sulla diffusione del contagio da covid 19 che attribuisce, letto solo il titolo, ai vettori di trasporto e alle maggiori direttrici di movimentazione merci e persone, un ruolo chiave nella diffusione. I Tir, come sempre, sono in prima linea.

La sintesi “scorretta o inesatta”, a mio avviso,di un titolo del Corriere.it e non solo (in molti hanno ripreso la notizia), secondo la quale, sul titolo, scrive: “Il contagio ha viaggiato sui Tir in autostrada” ha fatto sì che prendesse piede erroneamente la semplificazione secondo cui i camion portano il covid 19.

Ora, senza tornare sul fatto che i Tir hanno garantito e stanno garantendo la tenuta di comparti strategici come l’alimentare, solo per citarne uno, chiediamo si cancelli l’idea pregiudizievole del trasportatore “untore” (e sono diversi gli episodi spiacevoli, registrati in questo senso) e si lavori insieme per la reale sicurezza collettiva.

Lo studio sulla mappatura della diffusione del covid 19, interessa l’autotrasporto su due fronti: quello del contagio dei trasportatori nel movimentare colli sulle cui superfici il virus ha un tempo di resistenza e di pericolosità; quello di possibili trasportatori positivi ma asintomatici.

La PMIA autotrasporto, sigla presente in trenta province in Italia, da ieri ha attivato sul proprio sito (www.pmia.it) un sondaggio anonimo (del quale pubblichiamo un primo risultato)  tra le imprese associate, con l’intento di raccogliere numeri che non faranno statistica ufficiale, ma forse potrebbero dare indicazioni concrete ai ricercatori, in quanto dati provenienti direttamente dai territori e dagli operatori.

Non abbiamo chiesto o ricevuto ringraziamenti, non abbiamo avuto alcun aiuto nemmeno nella logistica, nulla che potesse far sentire anche solo la vicinanza del Paese alle nostre imprese. Ma ora, al mondo della ricerca e a chi gestisce l’emergenza covid 19, poniamo alcune domande a tutela della sicurezza e della professionalità della categoria.

Qualcuno ha verificato quanti contagi ci sono tra gli trasportatori? Quanti sono i dipendenti dei supermercati addetti alla ricezione delle merci che sono stati contagiati dai trasportatori? Quanti e quali sono gli autotrasportatori che oltre a viaggiare in ambito nazionale, hanno fatto trasporti negli altri Paesi? Quante famiglie di trasportatori risultano contagiate? Con quante persone e con chi gli autotrasportatori hanno avuto necessari contatti di lavoro? Quanti sono i trasportatori che sono stati controllati con tamponi? In riferimento alla ipotesi di mappatura dei contagi, si sono attivate le eventuali misure straordinarie di contenimento?

Da una parte, riprendo un pensiero di Sergio Grujic (uno che di kilometri ne fa tanti), la ricerca scientifica (matematica) si è mossa per individuare risposte sull’eventuale collegamento tra autotrasporto e diffusione del Covid 19. Dall’altra, PMIA fa notare la limitazione nelle tratte geografiche oggetto di studio. Il traffico dei mezzi pesanti ha anche altre tratte molto importanti che forse è il caso di prendere in considerazione, quelle per esempio nel versante tirrenico.

PMIA ha grandissimo interesse ai numeri e alla loro analisi ma in un contesto di correttezza anche nella comunicazione dei dati. Siamo pronti a collaborare con studi di settore nell’ottica di migliorare la sicurezza sul lavoro, relativa alla contingenza del covid 19 e non solo.

Per oggi può bastare, domani vedremo. Nel contempo stiamo monitorando anche le opinioni degli autotrasportatori per decidere cosa fare!!!

Ufficio Stampa: Lorena Ulpiani

 

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