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Autostrade – ci risiamo, nuovo aumento in arrivo

Il presidente dell’associazione delle società autostradali, Fabrizio Palenzona, scrive al Presidente del Consiglio per esprimere “apprezzamento” per la conclusione, evidentemente ritenuta positiva, del procedimento comunitario sulle concessioni autostradali italiane. E chiede “adeguamenti tariffari”.

La Commissione europea aveva infatti aperto, il 17 ottobre, la pre-procedura di infrazione Eu-Pilot, chiedendo alle autorità italiane di fornire approfondimenti sulla criticata norma che riguarda la proroga delle concessioni autostradali. In particolare il governo dovrà chiarire “natura e portata” delle modifiche contrattuali che il provvedimento potrebbe autorizzare e in quale modo le autorità italiane “intendono garantire che l’applicazione della disposizione legislativa sia compatibile con il diritto europeo dei contratti pubblici”. In base alle risposte di Roma i commissari decideranno se proseguire aprendo una formale contestazione per violazione del diritto dell’Unione europea.

qualche giorno dopo Bruxelles aveva richiamato l’Italia per la proroga data, senza gara, alla concessionaria responsabile della costruzione e gestione della A12. Cosa che aveva fatto subodorare il rischio di una contestazione sull’articolo 5 dello Sblocca Italia. E la lettera è puntualmente arrivata. Per la Direzione generale Mercato interno e servizi della Commissione la norma contenuta nel decreto presentato da Matteo Renzi il 29 agosto “sembra consentire la realizzazione di significative modifiche a contratti di concessione esistenti, riguardanti, in particolare, i lavori da realizzare nell’ambito del rapporto concessorio e il livello delle tariffe”. Inoltre, evidenzia la Commissione, da notizie di stampa emerge che le modifiche “potrebbero consentire proroghe significative della durata di concessioni esistenti”. Ma, in base ad una direttiva Ue, “lavori complementari non previsti nel contratto di concessione” possono essere aggiudicati a un concessionario esistente solo quando “necessari, a seguito di una circostanza imprevista, per l’esecuzione dell’opera prevista, posto che talune specifiche condizioni siano soddisfatte. Inoltre, “modifiche apportate alle disposizioni di un contratto pubblico in corso di validità costituiscono una nuova aggiudicazione quando presentino caratteristiche sostanzialmente diverse” da quelle iniziali.

Il presidente del Consiglio e l’attuale Ministro dei Trasporti Delrio si sono prodigati per evitare che l’Europa imponesse severe sanzioni sulla procedura delle Concessioni, cosa che non ha fatto per sostenere i costi minimi, come mai?

Forse quelle autostradali non sono da considerarsi tariffe imposte?… a dimenticavo non è il Ministero a deciderle, ma bensì la Società autostrade, quindi un privato cosa non possibile dall’Osservatorio (Privato come ci hanno detto), due pesi e due misure.

Forse a livello di peso, noi contiamo meno, visto che il presidente di Aiscat Palenzona, uomo di forte “peso”, che  rilancia la richiesta di ulteriori aumenti delle tariffe: “con riguardo alla prossima scadenza del 30 giugno in ordine agli adeguamenti tariffari rinviati di fine anno scorso, Aiscat è in attesa della definizione degli strumenti previsti negli accordi sottoscritti”. E ammonisce: “Aiscat ribadisce inoltre la centralità del principio della certezza giuridica che impone il rispetto dei contratti ed accordi sottoscritti e ancor più particolarmente in un momento in cui deve essere promossa la crescita e l’interesse degli investitori”.

Come sempre, figli e figliastri, credo che un eventuale ulteriore aumento dei pedaggi autostradali, provocherebbe un forte “malumore” nel settore dell’autotrasporto, che potrebbe promuovere azioni dimostrative non utilizzando le autostrade magari per un mese, con parecchi milioni di euro in meno di incasso per la società che le gestisce, calcolando che in base ai fatturati del 2013 la società incasso mediamente al giorno circa 15 milioni di € solo dai pedaggi (poi bisogna aggiungere gli affitti per le aree di sosta e rifornimenti), che un aumento del 3% farebbe schizzare a 15 milioni e 450 mila € l’incasso medio giornaliero.

Un eventuale non utilizzo delle autostrade per un mese significherebbe 450 milioni di incasso in meno, non credo che sia una bazzecola.

per consultare questi dati clicca qui  (pagina 7)

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