Siamo abituati a parlare della delocalizzazione delle aziende di trasporto all’estero come di un fenomeno fortemente penalizzante – una forma di concorrenza a volte sleale – per chi, invece, continua a lavorare e a dare lavoro nella Penisola. Ma c’è anche l’altro lato della medaglia, ovvero l’impatto che l’esternalizzazione ha sui paesi di destinazione della fuga all’estero. In genere, il processo apporta grandi benefici nel territorio scelto per quanto riguarda lo sviluppo stradale, le modalità di trasporto e l’economia in genere.
È il caso della Bulgaria, che fino a pochi anni fa si collocava in fondo alla classifica dei Paesi europei in via di sviluppo economico e che oggi invece sta vivendo un momento di buon rilancio. Secondo dati Eurostat, infatti, oltre il 69% dei trasporti in Bulgaria segue le rotte del commercio internazionale, con una prevalenza della gomma (68%) che sta guadagnando terreno sul trasporto navale (21%) e ferroviario (11%).
Il Paese dispone già di una rete stradale di 40.231 km (di cui 39.378 asfaltati), con 6 autostrade per una lunghezza di 627 km, ma è in atto un ingente piano di potenziamento delle infrastrutture, come testimonia il completamento del secondo ponte sul Danubio di due anni fa. La Bulgaria può inoltre sfruttare una posizione geografica strategica e il supporto finanziario da parte dell’Unione Europea, che ha stanziato per il periodo 2007-2013 6.853 miliardi di euro, di cui 1.624 appunto per le opere strutturali.
Per favorire gli operatori interessati a investire in Bulgaria Diacron Press, marchio editoriale con sede a Sofia del gruppo Diacron, società di consulenza internazionale, ha deciso quindi di pubblicare una piccola guida pratica dedicata a chi agisce nel settore dei trasporti, in particolare su gomma, per fornire indicazioni pratica su come operare, dalla costituzione della società ai costi di gestione fino agli aspetti fiscali.
Iniziativa lodevole se favorirà la crescita del lavoro delle imprese italiane che operano e si confrontano realmente sul mercato dei trasporti internazionali. Sulle altre, almeno in questo contesto, stendiamo un velo pietoso.
Alcune considerazioni
Ecco un estratto della guida agli investimenti in Bulgaria da parte di Diacron con riferimento al costo del lavoro.
La retribuzione minima mensile si assesta sui EUR 148. Quella effettiva è attorno ad EUR 350 al netto delle imposte e contributi previdenziali e assistenziali.
I contributi sociali comprendono:
- Pensioni statali
- Malattie, maternità ed infortuni
- Assicurazioni contro la disoccupazione
- Sussidi sanitari
- Pensioni addizionali
Il totale dei contributi ammonta al 30,3% dello stipendio, il 17,4% a carico del datore di lavoro e il 12,9% a carico del dipendente per la III categoria di lavoro (dipendenti). Le percentuali variano sulla base del rischio della categoria di lavoro. (ma non di molto aggiungiamo noi).
Visti questi numeri quando mai i nostri trasportatori potranno fare concorrenza alle aziende Bulgare o pseudo-bulgare?
Nell’esempio precedente non abbiamo parlato di imposizione fiscale, ecco la particolarità
Imposte sui redditi delle persone fisiche e giuridiche:
L’ordinamento tributario bulgaro prevede un’unica aliquota fiscale del 10% (flat tax) sui redditi conseguiti da persone residenti in Bulgaria. I non-residenti sono soggetti all’imposizione fiscale del 10% solo per la parte di redditi prodotta nel Paese.
Anche qui, come è possibile essere competitivi con la nostra imposizione fiscale che supera il 50%