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Vogliamo supportarti in ogni fase del percorso, motivo per cui ti terremo sempre aggiornato tramite la nostra newsletter con le novità del settore che potrebbero avere un impatto sulle tue attività.

A partire dal 1° marzo 2025, le autorità dell’Unione Europea, del Regno Unito, della Svizzera e della Norvegia hanno iniziato a emettere multe per i camion che non sono dotati di un tachigrafo intelligente di seconda generazione. Queste multe possono raggiungere somme considerevoli fino a 30.000 € e i rischi sono molto più elevati del costo di ammodernamento del veicolo, riporta la rivista Ziua Cargo.

Dopo un periodo di tolleranza di due mesi, terminato il 28 febbraio, gli operatori dei trasporti che utilizzano camion originariamente dotati di un tachigrafo analogico o digitale non intelligente (immatricolati prima del 15 giugno 2019) saranno soggetti a queste sanzioni a partire dal 1° marzo.

Cosa significa questo per te?

  • Multe significative: le sanzioni per la mancanza di tachigrafi Smart2 possono variare da € 2.000 a € 30.000 e le autorità di controllo possono imporre più multe in ogni paese attraversato.
  • Fermo amministrativo del veicolo: in caso di non conformità, le autorità possono immobilizzare il camion per un immediato retrofit e i costi sono significativamente più elevati rispetto al costo del retrofit del tachigrafo.
  • Facile identificazione: le autorità di controllo possono rilevare rapidamente il tipo di tachigrafo, anche tramite controlli a distanza.

Secondo un sondaggio condotto dalla rivista Ziua Cargo, quasi il 46% degli intervistati ritiene che gli operatori dei trasporti abbiano già adattato i camion per il trasporto internazionale, mentre il 38% ritiene che molti camion non siano ancora stati adattati, il che comporterà una carenza di capacità di trasporto e un aumento dei costi.

Cosa dovresti fare?

  • Adatta i tuoi camion: se non l’hai ancora fatto, ora è il momento di dotare i tuoi camion di tachigrafi Smart2 per evitare rischi finanziari e operativi.
  • Controlla lo stato del veicolo: assicurati che i tuoi veicoli siano conformi alle nuove normative e siano pronti in caso di ispezioni.

Garantisci la compatibilità con l’attrezzatura di download: assicurati che l’attrezzatura di download dei dati del tachigrafo sia compatibile con i nuovi tachigrafi, così non rischi multe salate per dati incompleti o mancanti.

Importante!
Tutti i camion utilizzati per il trasporto internazionale nell’UE devono essere dotati di Smart2 Tachograph entro il 20 agosto 2025. Pertanto, ti consigliamo di non ritardare il retrofit per evitare sanzioni e altri inconvenienti.


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Tra il 1997 e il 2011, i principali produttori di autocarri (Iveco, Volvo/Renault, Daimler/Mercedes-Benz, MAN e DAF, SCANIA) hanno formato un cartello per fissare i prezzi e trasferire sui clienti i costi derivanti dall’introduzione di nuove tecnologie per le emissioni. La Commissione Europea ha sanzionato queste aziende per violazione delle norme antitrust.

Chi può richiedere il risarcimento?

Tutti coloro che hanno acquistato o preso in leasing un autocarro nuovo o usato di medio o grosso tonnellaggio (da 6 a 16 tonnellate e oltre 16 tonnellate) da uno dei produttori coinvolti nel periodo 1997-2011.

Come richiedere il risarcimento:

  1. Raccolta della documentazione:
    • Raccogli tutte le fatture di acquisto o i contratti di leasing degli autocarri acquistati nel periodo 1997-2011.
    • Conserva qualsiasi altra documentazione utile, come i documenti di immatricolazione.
  2. Valutazione del danno:
    • Il danno subito è rappresentato dal sovrapprezzo pagato a causa del cartello.
    • Puoi rivolgerti a noi per una valutazione precisa del danno.
  3. Azione legale:
    • Per ottenere il risarcimento, è necessario avviare un’azione legale contro i produttori di autocarri.

 La prescrizione sta per scadere, abbiamo ancora il tempo per poter avviare le pratiche e definirle, ti preghiamo di contattarci.

Ad oggi il nostro legale ha portato nelle casse degli autotrasportatori più di 3.500.000€

Una raccomandazione che vi faccio, non cedete a nessuno queste pratiche con una cifra di 500€ o 600€ perché poi queste agenzie ne incasseranno molti di più.

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Come già in passato precisato ogni azienda deve provvedere alla formazione sul Cronotachigrafo per evitare la sanzione accessoria (art. 174 comma 14) pari a 333,00€

L’attestato rilasciato al momento del corso di formazione ha validità 5 anni, ma ogni anno va fornito al dipendente il documento di istruzione aggiornato, sempre in occasione della scadenza del dell’annualità del corso.

Il reg. 165/2014 all’art. 33 precisa che deve essere l’azienda a formare il proprio personale viaggiante, predisponendo corsi di formazione sul reg 561/2006 e sul reg. 165/2014.

Ultimamente, causa la mancanza di autisti, c’è una migrazione costante di conducenti che cambiano nell’arco di un anno più datori di lavoro ed in questo caso nasce un problema.

Il reg, 165/2014 recita all’articolo 33 quanto segue:

Le imprese di trasporto garantiscono che i propri conducenti ricevano una formazione e istruzioni adeguate per quanto riguarda il buon funzionamento dei tachigrafi, che siano digitali o analogici, effettuano controlli periodici per garantire che i propri conducenti li utilizzino correttamente e non forniscono ai conducenti alcun incentivo diretto o indiretto che possa incoraggiare ad un uso improprio dei tachigrafi.

Ora nasce un dubbio immaginiamo di avere un attestato sul corso Crono dove deve essere scritto: dipendente dell’azienda di trasporto merci per conto Terzi/proprio, iscritta all’albo autotrasporto n. e per le aziende conto terzi iscritte al REN n., ci sarebbero delle discordanze tra il datore di lavoro attuale e quello scritto sull’attestato, quindi si presume che l’azienda non ha fatto la formazione prescritta e gli organi di controllo possono non ritenere valido l’attestato.

Le imprese di trasporto provvedono a consegnare al dipendente “formato” un documento di istruzione che deve essere rinnovato di anno in anno in base alla data del rilascio dell’attestato del corso Cronotachigrafo.

Inoltre l’azienda ogni 90 giorni (in occasione dello scarico dati del Cronotachigrafo) deve provvedere a comunicare al dipendente le eventuali infrazioni commesse a mezzo lettera possibilmente con data certa e ricevere dal dipendente in forma scritta tutte le informazioni in merito.

Tutta questa documentazione deve essere tenuta dall’azienda per almeno 1 anno.

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Nel mirino le aziende con un tasso di rischio più elevato dovuto a un numero maggiore di infrazioni sui tempi di guida e di riposo e sugli adempimenti nell’uso del tachigrafo digitale. Gli ispettori dell’INL potranno accedere al sistema di classificazione del rischio per orientare le verifiche in sede. Il decreto legislativo, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 13 marzo, introduce anche nuovi criteri per classificare il rischio delle aziende.
Controlli mirati da parte degli ispettori del Lavoro nelle sedi delle aziende di autotrasporto più multate per infrazioni sui tempi di guida e riposo e manomissione del tachigrafo digitale. Un decreto legislativo, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 13 marzo scorso, apporta modifiche al dlgs 23 febbraio 2023 n. 27 introducendo una stretta sui controlli da parte dell’INL verso le aziende di autotrasporto non in regola con la sicurezza stradale e i tempi di lavoro degli autisti e aggiornando anche la classificazione del rischio.

Il decreto correttivo, che ora dovrà ricevere il parere delle commissioni parlamentari competenti e tornare a Palazzo Chigi per il via libera definitivo, modifica il dlgs 27/2023 che aveva recepito diverse direttive comunitarie in materie di distacco dei conducenti e tachigrafo digitale.

Il testo, presentato a Palazzo Chigi su proposta del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, sostituisce anche l’Allegato III del decreto legislativo 4 agosto 2008, n. 144, per aggiornare il sistema nazionale di classificazione del rischio prevedendo, tra l’altro, la possibilità di accesso ai dati anche da parte degli ispettori del lavoro per finalizzare i controlli.

Controlli in sede e nuova classificazione del rischio
Quindi, gli ispettori del Lavoro si serviranno dei dati del sistema di classificazione del rischio per effettuare una vigilanza mirata nelle sedi delle imprese che risulteranno con più infrazioni rilevate sulla strada. Inoltre, il testo contiene anche i criteri per classificare il rischio delle imprese di autotrasporto relativamente alle infrazioni su tempi di guida e riposo e tachigrafo intelligente, secondo la direttiva Ue n. 2024/846 che andava recepita entro febbraio 2025.

fonte uominietrasporti.it

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La Direzione generale della mobilità e dei trasporti ha precisato come gli autisti di mezzi pesanti non dovranno obbligatoriamente sostituire la propria carta tachigrafica di vecchia generazione, ma dotarsi di stampe dei tempi di guida dei 28 giorni precedenti da aggiungere agli altri 28 memorizzati sulla carta.

Retro carta

Dal prossimo 31 dicembre l’Unione europea ha stabilito un nuovo obbligo per tutti i conducenti dei veicoli muniti di tachigrafo analogico o digitale, ovvero quello di dimostrare l’attività svolta nei 56 giorni precedenti alla giornata in cui viene eseguito il controllo su strada, invece di quella relativa a solo 28 giorni come ora (art. 36 del Regolamento UE 1657/2014, modificato dall’art. 2 del Reg. UE 1054/2020).  

La DG Move (Direzione generale della mobilità e dei trasporti) europea ha fornito alcuni chiarimenti sul nuovo obbligo, evidenziando che il provvedimento non comporta il dovere degli autisti di sostituire la propria carta tachigrafica di vecchia generazione – che riporta appunto solo 28 giornate lavorative – con una di nuova generazione che ne riporta 56 (le nuove carte sono rilasciate a partire da luglio 2023).

Quindi, per rispettare l’obbligo relativo ai 56 giorni, i conducenti che dispongono di una carta tachigrafica rilasciata prima del luglio 2023 potranno dotarsi di stampe dei tempi di guida dei 28 giorni precedenti agli altri 28 memorizzati sulla carta.

In alternativa dovranno necessariamente dotarsi di una carta di nuova generazione. In questo secondo caso, per i periodi di guida a partire dal 1° gennaio 2025, i conducenti dovranno avere le stampe per dimostrare i 56 giorni precedenti al controllo, tenendo conto del momento in cui hanno iniziato a utilizzare la nuova carta.

Il rilascio della nuova carta tachigrafica avviene presso le Camere di Commercio competenti per residenza del richiedente, chiedendo la sostituzione della scheda tachigrafica per «modifica dati».

FONTE Uomini e trasporti

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Fonte Uomini e Trasporti

Il network europeo delle polizie stradali ha diffuso i risultati della seconda campagna del 2024 di controlli effettuati in 18 Paesi a camion e autobus. Dal 13 al 19 maggio scorsi sono stati presi in esame 228.389 camion, con 69.749 infrazioni rilevate. La maggior parte delle violazioni è stata riscontrata nel superamento dei tempi di guida, della manipolazione del tachigrafo, della superamento dei limiti di velocità e delle infrazioni tecniche

Roadpol, il network di Polizie Stradali europee, ha diffuso i risultati della seconda campagna di controlli sui mezzi pesanti (camion e bus) che si è svolta dal 13 al 19 maggio 2024, la seconda di tre in calendario per quest’anno. L’operazione ha visto il coinvolgimento di 18 Paesi europei membri della Roadpol.

Nel complesso, sono stati controllati 228.389 camion e 136.335 autobus. In particolare per quanto riguarda i camion, sono state riscontrate 69.749 violazioni. Praticamente circa un camion su quattro è stato colto a non rispettare le regole. In 2.167 occasioni è stato necessario vietare il proseguimento del viaggio fino al ripristino delle condizioni corrette del camion o del carico. Una misura amministrativa imposta anche a 196 autobus.

La maggior parte delle infrazioni riguarda il superamento dei tempi di guida, seguito da manipolazione del tachigrafo, superamento dei limiti di velocità e infrazioni tecniche di varia natura (carichi non sicuri, camion sovraccarico, ecc.)

«Il tasso di violazioni mostra che il traffico merci rappresenta ancora un rischio importante per la sicurezza stradale e che il monitoraggio è più che necessario», ha commentato il capo del gruppo di lavoro operativo Roadpol Jana Peleskova. «L’alto tasso dimostra anche che gli ufficiali di polizia europei hanno uno standard di formazione molto elevato nei controlli del traffico pesante. Molte di queste violazioni (come velocità, fissaggio insufficiente del carico, affaticamento del conducente e difetti tecnici dei veicoli) sono spesso le cause principali di gravi collisioni e devono essere contrastate dai controlli sul traffico merci».

La prossima operazione Roadpol Truck & Bus è prevista nella settimana del’11-17 novembre 2024.

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Il settore dei trasporti su strada in Italia rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, con un impatto significativo sulla logistica e sulla catena di approvvigionamento. Il trasporto su strada ha sempre rappresentato la quota modale più significativa del traffico merci, sia perché attualmente è l’unico mezzo di trasporto che copre l’intero territorio, sia per la sua flessibilità. A fronte di una crescita attesa significativa del mercato globale delle merci, con un tasso di circa il 5% nel periodo previsto fino al 2028, il mercato europeo del trasporto su strada è previsto raggiungere i 496,83 miliardi di dollari nel 2024 , con un tasso di crescita annuale composto del 3,24%. – Il trasporto su strada come modalità predominante nel traffico merci. – Flessibilità e copertura territoriale del trasporto su strada. – Previsioni di crescita del mercato globale ed europeo del trasporto su strada.

Gli attori chiave nel settore dei trasporti su strada in Italia si trovano ad affrontare una serie di sfide, tra cui la carenza di autisti, l’aumento dei costi e la necessità di adattamento alle nuove dinamiche del mercato. Inoltre, il settore dei veicoli industriali leggeri e pesanti sta attraversando una fase di sofferenza significativa, come evidenziato dalle prestazioni del mercato interno. L’obiettivo è analizzare la proporzione tra le esternalità ambientali causate dal trasporto su strada di merci e i costi sostenuti dal settore attraverso la tassazione. – Sfide affronterà dagli attori chiave del settore. – Fase critica del mercato dei veicoli industriali in Italia. -Bilancio tra impatti ambientali e costi nel settore dei trasporti su strada.

Il quadro normativo che regola il trasporto su strada delle merci in Italia spazia su un arco temporale che affonda le sue radici nel passato. Durante il 2020, in risposta alla brusca riduzione dei volumi di merci trasportate durante la crisi pandemica, il 2021 è stato caratterizzato da una ripresa per l’Italia, come evidenziato dai dati ISTAT. Inoltre, il sistema di monitoraggio fornisce informazioni vitali sulla posizione e sullo stato dei carichi, consentendo interventi tempestivi in ​​caso di emergenza. – Evoluzione storica del quadro normativo del trasporto su strada in Italia. – Ripresa del settore nel 2021 dopo la crisi pandemica. – Ruolo dei sistemi di monitoraggio nella gestione efficace dei trasporti su strada.

Infrastrutture e tecnologie nel settore italiano dell’autotrasporto

La situazione dell’autotrasporto in Italia è strettamente intrecciata con la rete stradale e le infrastrutture del Paese. Nel 2022 i servizi di trasporto merci su strada in Italia ammontano a 24,0 milioni di tonnellate-chilometro ogni 10mila abitanti, con un aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente. Nonostante questa crescita, il trasporto stradale italiano si trova ad affrontare sfide dovute alla limitata estensione della rete autostradale, che si estende per circa settemila chilometri. Queste infrastrutture, in particolare le autostrade, fungono da collegamenti primari per le attività di trasporto di merci su strada, sottolineando il ruolo fondamentale di una rete stradale ben sviluppata ed efficiente nel supportare il settore dei trasporti.

L’adozione della tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella gestione delle flotte nel settore italiano dell’autotrasporto. I sistemi di gestione della flotta offrono strumenti preziosi per monitorare lo stato dei veicoli, pianificare interventi di manutenzione sulla base di dati in tempo reale, ottimizzare i percorsi e migliorare l’efficienza operativa. Sfruttando soluzioni basate sulla tecnologia, le aziende possono semplificare le proprie operazioni, migliorare l’affidabilità dei propri servizi e aumentare la produttività complessiva. Inoltre, questi sistemi contribuiscono agli sforzi di sostenibilità ambientale consentendo alle aziende di ridurre le emissioni, migliorare la propria impronta di carbonio e passare verso opzioni di mobilità più sostenibili.

Le iniziative ambientali e l’impegno per la sostenibilità stanno diventando sempre più prevalenti nel settore italiano dell’autotrasporto. Organizzazioni come Confartigianato Trasporti hanno adottato misure proattive per garantire la sostenibilità ambientale del trasporto su strada concentrandosi sulla riduzione delle emissioni, promuovendo l’intermodalità e sviluppando strategie condivise. L’enfasi sulla logistica sostenibile è in linea con la più ampia tendenza globale verso pratiche rispettose dell’ambiente nel settore dei trasporti. Dando priorità alla sostenibilità e implementando misure ecocompatibili, le aziende che operano nel settore dell’autotrasporto in Italia non solo contribuiscono alla protezione dell’ambiente, ma si adattano anche per soddisfare gli standard normativi in ​​evoluzione e le preferenze dei consumatori.

Impatto economico e trend futuri dell’autotrasporto in Italia

Il settore dell’autotrasporto in Italia svolge un ruolo significativo nel contribuire all’economia del paese. Nonostante le sfide nel settore manifatturiero, il turismo record, i servizi di qualità e le esportazioni nette positive hanno contribuito alla crescita economica complessiva. L’aumento del lavoro indica un quadro favorevole per il settore dei trasporti su strada, che svolge un ruolo chiave nel movimento delle merci e generare ricavi significativi. In particolare, tra il 2015 e il 2021, si evidenzia il contributo dato alla riduzione dei pedaggi autostradali, che potrebbe avere un impatto positivo sull’industria del trasporto. – L’economia italiana ha registrato una crescita differenziata – Il settore dei trasporti su strada contribuisce in modo significativo all’economia – Riduzione dei pedaggi autostradali come elemento di sostegno all’industria del trasporto

Un dato rilevante che evidenzia l’importanza dell’autotrasporto in Italia è il volume di merci movimentate su strada. Con un totale di 1.047 miliardi di tonnellate trasportate, l’Italia si posiziona al quinto posto dopo la Germania in Europa. Questo dato sottolinea l’importanza strategica del settore dei trasporti su strada nel garantire la movimentazione efficiente delle merci nel paese e oltre i confini nazionali. Inoltre, la crescita costante nel settore, evidenziata dall’aumento del traffico stradale, indica opportunità di sviluppo e innovazione nel settore. – L’Italia si colloca al quinto posto in Europa per il volume di merci trasportate su strada – Il traffico stradale in crescita suggerisce opportunità di sviluppo nel settore – La necessità di innovazione e investimenti per sostenere la crescita del settore

Guardando al futuro, il settore dell’autotrasporto in Italia si trova di fronte a sfide e opportunità uniche. La digitalizzazione è emersa come un elemento chiave per la modernizzazione del settore, consentendo una gestione più efficiente e integrata delle operazioni di trasporto. Tuttavia, le sfide operative e i costi in aumento richiedono un approccio strategico per garantire la sostenibilità e la crescita del settore nel lungo termine. Nonostante ciò, le prospettive future per il settore dei trasporti su strada in Italia sono promettenti, evidenziando la necessità di affrontare le sfide attuali con soluzioni innovative. – La digitalizzazione come elemento chiave per la modernizzazione del settore – Sfide operative e costi in aumento richiedono un approccio strategico – Prospettive future promettenti e necessità di soluzioni innovative per sostenere la crescita

Suggerimenti e migliori pratiche

Tenersi aggiornati sulle ultime normative e requisiti in Italia in materia di autotrasporto. Ciò include la comprensione delle restrizioni su peso, dimensioni, ore di guida e normative ambientali. Il rispetto di queste normative è fondamentale per evitare multe e ritardi nella consegna.

Pianifica attentamente i tuoi percorsi per ottimizzare l’efficienza e ridurre al minimo i costi. Considera fattori quali strade a pedaggio, congestione del traffico, condizioni stradali e potenziali deviazioni. Utilizza software o app di pianificazione del percorso per trovare i percorsi più convenienti in termini di tempo e costi per le tue operazioni di trasporto in Italia.

La manutenzione regolare dei vostri veicoli è essenziale per garantire operazioni di trasporto su strada sicure e affidabili. Pianifica ispezioni, manutenzioni e riparazioni di routine per evitare guasti e ritardi. Il rispetto dei programmi di manutenzione aiuta inoltre a prolungare la durata di vita dei veicoli e riduce il rischio di incidenti.

Dare priorità alla formazione e alla sicurezza dei conducenti per migliorare l’efficacia complessiva delle operazioni di trasporto di merci su strada in Italia. Fornisci ai tuoi autisti una formazione sulla guida difensiva, sulla messa in sicurezza del carico e sulla gestione delle emergenze. Incoraggiare il rispetto dei limiti di velocità, dei periodi di riposo e dei protocolli di sicurezza per ridurre al minimo gli incidenti e garantire il rispetto delle normative.

Abbraccia soluzioni tecnologiche per semplificare le tue operazioni di trasporto di merci su strada in Italia. Implementa sistemi di localizzazione GPS per monitorare la posizione dei veicoli e le consegne in tempo reale. Utilizzare dispositivi di registrazione elettronica per tenere traccia delle ore di guida e garantire il rispetto delle norme di guida. Adottare piattaforme digitali per la gestione delle pratiche burocratiche, della fatturazione e della comunicazione con clienti e partner. La tecnologia può contribuire a migliorare l’efficienza, la trasparenza e la comunicazione nella tua attività di trasporto.

In conclusione, il settore dell’autotrasporto in Italia riveste un ruolo cruciale nell’economia del Paese, con un contributo significativo sia al commercio interno che a quello internazionale. Il settore è caratterizzato da un ambiente di mercato competitivo con attori chiave che si muovono attraverso quadri normativi e varie sfide. Lo sviluppo delle infrastrutture e l’adozione della tecnologia sono visti come elementi essenziali per migliorare l’efficienza operativa e promuovere la sostenibilità nel settore. Guardando al futuro, si prevede che l’industria italiana dell’autotrasporto continuerà ad evolversi, con tendenze emergenti come la digitalizzazione e le iniziative ambientali che ne modelleranno il panorama futuro. Nonostante le sfide imminenti, ci sono ampie opportunità di crescita e innovazione nel settore, posizionandolo per rimanere una componente vitale dell’industria dei trasporti italiana.

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Come è noto, l’articolo 24 del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, convertito con modificazioni con legge 10 agosto 2023, n. 103, ha recepito la direttiva (UE) 2022/738 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 aprile 2022, relativa all’utilizzo di veicoli noleggiati senza conducente per il trasporto di merci su strada e che a sua volta modifica la direttiva 2006/1/CE.
Per quanto qui rileva, l’articolo 24 modifica l’articolo 84 del Codice della strada di cui al d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285; in sintesi le innovazioni di natura regolatoria sono le seguenti:
• I veicoli in locazione senza conducente possono essere utilizzati per trasporti sia nazionali che internazionali, mentre finora, se l’impresa locatrice aveva sede in altro Stato membro, erano utilizzabili soltanto per quest’ultima tipologia di trasporti (art. 84 co. 2);
• I veicoli in locazione senza conducente possono essere noleggiati, ai fini di cui al comma 2 dell’articolo 84, da qualsiasi impresa avente sede sul territorio nazionale o di altro Stato membro dell’Unione europea (segnatamente, imprese di autotrasporto di cose per conto di terzi o di locazione senza conducente
regolarmente autorizzate), a condizione che essi siano immatricolati o immessi in circolazione secondo la legislazione di qualsiasi Stato membro (art. 84 co. 2);
• Un’impresa di trasporto di merci su strada, avente sede in Italia, può utilizzare un veicolo locato senza conducente di proprietà di un’impresa avente sede in uno Stato membro dell’Unione europea (art. 84 co. 3). Conseguentemente non è necessario che l’impresa locatrice sia autorizzata ad esercitare l’attività di trasporto di merci in conto terzi;
• I veicoli ad uso speciale e quelli utilizzati per il trasporto di merci in conto proprio possono essere oggetto di locazione senza conducente purché abbiano peso massimo non superiore a 6 tonnellate (art. 84 co. 4 e 4-bis);
• L’utilizzo dei veicoli in locazione senza conducente è consentito alle condizioni di cui all’art. 84 co. 4-ter (i.e. il contratto di locazione riguarda il solo veicolo senza conducente; il veicolo locato è esclusivamente a disposizione dell’impresa che lo noleggia – con ciò escludendo la possibilità che ci siano contemporaneamente più locatari dello stesso veicolo; il veicolo è guidato dal personale dell’impresa che
lo utilizza);
• A bordo devono essere tenuti il contratto di locazione o suo estratto autenticato e il contratto di lavoro del conducente (che ne attesti la riconducibilità all’impresa locataria) qualora il veicolo non sia locato dal conducente.

Si precisa che per “veicoli” la norma intende, come disposto dall’articolo 84 comma 3, “autocarri, trattori, rimorchi e semirimorchi, autotreni ed autoarticolati”.
In aggiunta alle modifiche recate dalla novella legislativa in materia di sanzioni1, la norma prevede (art. 24 co. 5) che il CED del Dipartimento per la mobilità sostenibile provveda a iscrivere nel Registro Elettronico Nazionale (REN) il numero di targa del veicolo locato, come disposto dall’articolo 16 § lett. g) del regolamento (CE) n. 1071/2009.
Pertanto, d’intesa con la Direzione generale per la motorizzazione e per i servizi ai cittadini e alle imprese in materia di trasporti e navigazione – CED per la parte di competenza, si formulano le seguenti indicazioni.