Grane in arrivo per il Governo Renzi? Il Ministro Lupi sembra che rischi di essere “trascinato nel fango” per alcuni fatti, dopo i recenti arresti su EXPO e TAV. Riprendiamo la nostizia dai quotidiani e la pubblichiamo tout court. Questo non significa assolutamente che Il Ministro Lupi sia effettivamente responsabile, ma trattandosi di un importante soggetto politico che ha a che fare con la nostra categoria, abbiamo ritenuto di dover pubblicare i fatti fatta salva ovviamente la presunzione di assoluta innocenza! Al momento è prematuro parlare di colpe o responsabilità.
“E’ bufera sul ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Nuovo centrodestra,Maurizio Lupi. L’arresto del superconsulente del suo dicastero, Ercole Incalza, rischia di trascinare anche Lupi nel fango. Uno degli arrestati nell’inchiesta dei Ros, l’imprenditore Stefano Perotti, ha, infatti, procurato lavori al figlio di Maurizio Lupi,Luca Lupi. Lo scrive lo stesso gip di Firenze nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere quattro persone nell’ambito dell’inchiesta sui grandi appalti: «Effettivamente, Stefano Perotti ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi».
Dal canto suo, nella migliore tradizione politica italiana, Lupi giura che è successo tutto a sua insaputa, come uno Scajola qualsiasi: «Non ho mai chiesto all’ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume – dice Lupi facendo sapere che da pochi giorni il figlio lavora a New York – e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato».
«Mio figlio Luca si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode dopo un periodo di sei mesi presso lo studio americano SOM (Skidmore Owings and Merrill LLP) di San Francisco, dove era stato inviato dal suo professore per la tesi. Appena laureato ha ricevuto un’offerta di lavoro dallo stesso studio per la sede diNew York», spiega Lupi.
«In attesa del visto per lavorare negli Stati Uniti – prosegue – (un primo visto l’ha ricevuto nel giugno 2014, subito dopo il matrimonio, per ricongiungimento con la moglie che è ricercatrice in Italia e in America), ha lavorato da febbraio 2014 a febbraio 2015 presso lo studio Mor di Genova con un contratto a partita Iva per un corrispettivo di 1.300 euro netti al mese. Nel gennaio 2015 gli è stata reiterata l’offerta dello studio SOM, gli è quindi finalmente arrivato il visto e dai primi di marzo mio figlio lavora a New York».
«Ripeto – conclude il ministro -, non ho mai chiesto nulla a nessuno per il suo lavoro, mi sembra, inoltre, dato il suo curriculum di studi, che non ne avesse bisogno».
Ma, come se non bastasse, ci sono le intercettazioni a complicare la posizione del ministro di cui, oramai, tutti chiedono le dimissioni. E’ il 16 dicembre del 2014, tre mesi fa, dunque, quando i Ros intercettando il telefono di Ercole Incalza, colgono una conversazioni più che esplicita. E che, con il senno di poi, spiega meglio di tante parole qual era l’importanza della cosiddetta Struttura Tecnica di Missione presieduta da Ercole Incalza dentro al ministero di Porta Pia: «…su questa roba ci sarò io e ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c’è più il governo», assicura particolarmente infervorato il ministro del Nuovo Centro Destra a Incalza.”
“L’esponente Ncd Lupi come Scajola: tutto a mia insaputa
Secondo gli inquirenti la conversazione «ben rappresenta» l’importanza della Struttura tecnica di cui era a capo Incalza e che rischiava di essere soppressa o di finire sotto la regia della Presidenza del Consiglio, sottratta, dunque, al controllo di Maurizio Lupi. Che promette di scatenare il finimondo, perfino una crisi di governo, per impedirlo: «…vado io guarda… siccome su questa cosa…te lo dico già…però io non voglio…cioè vorrei che tu dicessi a chi lavora con te che sennò vanno a cagare!…cazzo!…ho capito!… ma non possono dire altre robe!… su questa roba ci sarò io li e ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c’è più il governo!…l’hai capito non l’hanno capito?!».
A conferma dello stretto legame fra Lupi e Incalza, i magistrati citano un paio di telefonate dal contento inequivocabile. In una prima telefonata con «una tal Danielache adopera un telefono intestato al ministero delle Infrastrutture», Ettore Incalza «afferma di aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che l’Ncd avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Angelino Alfano e di Maurizio Lupi».
Peraltro, «conferma del legame fra Ettore Incalza e Maurizio Lupi – scrive il gip di Firenze – emerge dalla telefonata intercorsa fra i due il 17 febbraio 2014. Nel corso della stessa, infatti, il secondo si lamenta con il primo per essere stato da lui “abbandona” e quest’ultimo gli contesta tale affermazione dicendogli di aver scritto anche il programma».”
In dono un rolex al figlio e un vestito su misura al ministro Lupi
“Quello dell’esponente Ncd Lupi che potrebbe sembrare l’atteggiamento di chi non vuole farsi scippare una struttura del proprio ministero, tuttavia, viene inquadrato da investigatori e inquirenti sotto un diverso aspetto.
Il gip annota che il 21 ottobre 2014, uno degli indagati, Giulio Burchi, «racconta anche al dirigente Anas, ing. Massimo Averardi, che Stefano Perotti ha assunto il figlio del ministro Maurizio Lupi». Segue l’intercettazione: «Ho visto Perotti l’altro giorno, tu sai che Perotti e il ministro sono non intimi, di più. Perché lui ha assunto anche il figlio, per star sicuro che non mancasse qualche incarico di direzione lavori, siccome ne ha soli 17, glieli hanno contati, ha assunto anche il figlio di Lupi, no?».
Poi, il primo luglio 2014, sempre Burchi ad Averardi: “il nostro Perottubus ha vinto anche la gara, che ha fatto un ribasso pazzesco», ha vinto «anche il nuovo palazzo dell’Eni a San Donato e c’ha quattro giovani ingegneri e sai uno come si chiama? Sai di cognome come si chiama? Un giovane ingegnere neolaureato, Lupi, ma guarda i casi della vita».
«Perotti – continua il gip – nell’ambito della commessa Eni, stipulerà un contratto con Giorgio Mor, affidandogli l’incarico di coordinatore del lavoro che, a sua volta, nominerà quale “persona fissa in cantiere” Luca Lupi» per 2 mila euro al mese.
Gli investigatori ricostruiscono anche i regali che arrivano al ministro e alla famiglia. Un vestito sartoriale per il ministro Maurizio Lupi e un Rolex da 10mila euro al figlio, in occasione della laurea. Sono alcuni dei regali che gli arrestati avrebbero fatto alministro delle Infrastrutture e ai suoi familiari, secondo quanto si legge nell’ordinanza del giudice di Firenze. A regalare il vestito al ministro sarebbe stato Franco Cavallo, uno dei quattro arrestati che, secondo gli inquirenti, aveva uno «stretto legame» conLupi tanto da dare «favori al ministro e ai suoi familiari».
«Da una telefonata del 22 febbraio 2014 – si legge nell’ordinanza – emerge cheVincenzo Barbato», un sarto che avrebbe confezionato un abito per Emanuele Forlani, della segreteria del ministero, «sta confezionando un vestito anche per il ministro Lupi». Al figlio Luca, invece, sarebbe stato regalato un orologio. «Va segnalato – scrive il giudice – il regalo fatto dai coniugi Perotti al figlio del ministro Lupiin occasione della sua laurea: trattasi di un orologio Rolex del valore di 10.350 euro che Stefano Perotti fa pervenire a Luca Lupi tramite Franco Cavallo».” articolo di PAOLO LAMI….
“L’ennesima bomba giudiziaria non fa tempo a toccare a terra che già è esplosa devastando il governo Renzi. “Stefano Perotti (l’imprenditore arrestato per il nuovo scandalo sugli applati per Expo 2015 e la Tav, ndr) ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi“, figlio del ministro Maurizio Lupi.
A metterlo nero su bianco è il gip di Firenze nell’ordinanza di custodia cautelare per i quattro arrestati nell’inchiesta sui Grandi appalti dove figurano anche i regali che gli arrestati avrebbero fatto al ministro e ai suoi familiari.
Tra questi spuntano anche un vestito sartoriale per Lupi e, in occasione della laurea, un Rolex da 10mila euro al figlio.
I lavori procurati al figlio di Lupi
Il 21 ottobre 2014, uno degli indagati, Giulio Burchi, “racconta anche al dirigente Anas, ing. Massimo Averardi, che Stefano Perotti ha assunto ilfiglio del ministro Maurizio Lupi”. Nel documento fa seguito l’intercettazione: “Ho visto Perotti l’altro giorno, tu sai che Perotti e il ministro sono non intimi, di più. Perché lui ha assunto anche il figlio, per star sicuro che non mancasse qualche incarico di direzione lavori, siccome ne ha soli 17, glieli hanno contati, ha assunto anche il figlio di Lupi, no?”. Poi, il primo luglio 2014, sempre Burchi dice ad Averardi: “Il nostro Perottubus ha vinto anche la gara, che ha fatto un ribasso pazzesco, ha vinto anche il nuovo palazzo dell’Eni a San Donato e c’ha quattro giovani ingegneri e sai uno come si chiama? Sai di cognome come si chiama? Un giovane ingegnere neolaureato, Lupi, ma guarda i casi della vita”. Come spiega il gip, nell’ambito della commessa Eni, Perotti stipulerà un contratto con Giorgio Mor, affidandogli l’incarico di coordinatore del lavoro che, a sua volta, nominerà quale “persona fissa in cantiere” Luca Lupi per 2mila euro al mese.
Tutte le regalie alla famiglia Lupi
Un vestito sartoriale per Lupi e un Rolex da 10mila euro per il figlio sono alcuni dei regali che gli arrestati avrebbero fatto al ministro e ai suoi familiari. A regalare il vestito sarebbe stato Franco Cavallo, uno dei quattro arrestati oggi che secondo gli inquirenti aveva uno “stretto legame” con Lupi tanto da fare “favori al ministro e ai suoi familiari”. Come si legge in un’ordinanza, da una telefonata del 22 febbraio 2014 emerge che Vincenzo Barbato, un sarto che avrebbe confezionato un abito per Emanuele Forlani della segreteria del ministero, “sta confezionando un vestito anche per il ministro Lupi”. Al figlio Luca, invece, sarebbe stato regalato un orologio dai coniugi Perotti in occasione della laurea: si tratta di un Rolex del valore di 10.350 euro che “Stefano Perotti (arrestato oggi, ndr) fa pervenire a Luca Lupi tramite Franco Cavallo”.
Le rassicurazioni di Lupi a Incalza
“… su questa roba ci sarò io e ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c’è più il governo!”. Con queste parole Lupi si rivolge il 16 dicembre 2014 al super manager Ettore Incalza in una telefonata intercettata dal Ros nell’ambito dell’inchiesta di Firenze. Secondo gli inquirenti la conversazione “ben rappresenta” l’importanza della Struttura tecnica di cui era a capo Incalza. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Incalza e degli altri tre indagati, Lupi arriva a minacciare una crisi di governo a “fronte della proposta di soppressione” della Struttura di Missione o “di passaggio della stessa sotto la direzione della presidenza del Consiglio”. Nel provvedimento viene riportato un brano della conversazione intercettata in cui Lupi dice: “… vado io guarda… siccome su questa cosa… te lo dico già… però io non voglio… cioè vorrei che tu dicessi a chi lavora con te che sennò vanno a cagare… cazzo!… ho capito!… ma non possono dire altre robe!… su questa roba ci sarò io li e ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c’è più il governo!… L’hai capito non l’hanno capito?!”. La Struttura tecnica di missione delministero delle Infrastrutture, è scritto nell’ordinanza, opera alle dirette dipendenze del ministro ed è stata diretta per anni da Incalza, soggetto secondo gli inquirenti “in grado di condizionare il settore degli appalti pubblici per moltissimi anni”.
Quando Lupi difendeva Incalza in Aula
“Ministro, si ricorda come difendeva Incalza di fronte a noi? Oggi l’hanno arrestato!”. Non appena il nome di Incalza spunta nell’inchiesta della procura di Firenze, Alessandro Di Battista posta su Twitter il video dell’interrogazione che i Cinque Stelle rivolsero a Lupi sul ruolo di Ercole Incalza. Era il luglio del 2014 e, come si evince dal video, l’esponente del Nuovo centrodestra difendeva ciecamente il super dirigente arrestato oggi. “Incalza è stato effettivamente indagato in diversi procedimenti, ma sempre prosciolto o archiviato – affermava Lupi – l’ingegnere Incalza ha sostenuto sempre con esito positivo tre concorsi pubblici per assegnazione di tale incarico (alla guida della struttura tecnica di missione, ndr) e ha ricoperto negli anni molti incarichi importanti per la sua particolare competenza in materia di trasporti e opere pubbliche”. Per questo ora i grillini ne chiedono le dimissioni.”
“Mio figlio Luca – si legge nella nota del Ministro – si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode dopo un periodo di sei mesi presso lo studio americano SOM (Skidmore Owings and Merrill LLP) di San Francisco, dove era stato inviato dal suo professore per la tesi. Appena laureato ha ricevuto un’offerta di lavoro dallo stesso studio per la sede di New York. In attesa del visto per lavorare negli Stati Uniti (un primo visto l’ha ricevuto nel giugno 2014, subito dopo il matrimonio, per ricongiungimento con la moglie che è ricercatrice in Italia e in America), ha lavorato da febbraio 2014 a febbraio 2015 presso lo studio Mor di Genova con un contratto a partita Iva per un corrispettivo di 1.300 euro netti al mese. Nel gennaio 2015 gli è stata reiterata l’offerta dello studio SOM, gli e’ quindi finalmente arrivato il visto e dai primi di marzo mio figlio lavora a New York. Ripeto, non ho mai chiesto nulla a nessuno per il suo lavoro, mi sembra, inoltre, dato il suo curriculum di studi, che non ne avesse bisogno”.
TANTO VA LA GATTA AL LARDO CHE CI LASCIA LO ZAMPINO?
La spiegazione del detto da parte di CRISPINO (antico filosofo greco)….
…un uomo,padrone di una gatta, conservò del lardo a casa sua…La gatta,ovviamente attirata dall’odore e dal gusto,se ne approfittava per agire indisturbata e sgraffignarsi a poco a poco il lardo…il padrone però,convinto che i malfattori fossero topi,mise una trappola appunto per catturli ma la gatta rimase fregata,e la volta successiva perse appunto la zampetta..
Sicuramente il detto non è riferito al Ministro Lupi ( se non altro per la logica presunzione di innocenza e per la eventuale estraneità ai fatti di cui si parla), ma aspetteremo e seguiremo l’evolversi della vicenda! Se naturale è il fatto che un genitore cerchi umanamente di sistematre un figlio, è altrettanto legittimo pensare ad altro senza, per questo, emettere sentenze di alcun genere!