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Cari colleghi, viste le notizie che negli ultimi giorni hanno allarmato il settore dell’autotrasporto.

In particolare mi riferisco alla notizia secondo la quale il virus ha viaggiato sui tir, abbiamo preparato un piccolo sondaggio, completamente anonimo che ci permette di avere un quadro generale della situazione.

Vi preghiamo di rispondere a questo sondaggio di 6 domande e di coinvolgere anche i vostri colleghi

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Leggo con sconcerto, dal Corriere della sera (corriere.it) del 12 aprile: “Il contagio ha viaggiato sui Tir in autostrada”. Titolo che è la sintesi, palesemente forzata, di una analisi matematica avviata dal Cnr sulla diffusione dell’epidemia  e che in alcuna maniera, indica nell’autotrasporto o in altre categorie potenziali untori della pandemia, come invece si evince dal titolo del Corriere della sera (corriere.it).

Il rischio di tale forzatura è che si inneschino reazioni autonome di blocco in una categoria già pesantemente gravata dall’emergenza Covid 19: ricordo che i camionisti operano in questo momento in condizioni difficilissime, senza servizi logistici e senza garanzia di pagamento del servizio. In sostanza: lavorano perché non ci si può fermare, per se stessi e per il Paese.

Detto questo, è verissimo che nell’articolo, lo studio/teorema presentato in forma di intervista al ricercatore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone”, Giovanni Sebastiani (che per il Cnr firma la presentazione dello studio su Scienzainrete) dice ben altro.

Analizza le direttrici di diffusione del virus e la coincidenza di queste con i grandi assi di movimentazione di persone e merci, non solo in Italia. Obiettivo è verificare la sostenibilità matematica del teorema. Ma sappiamo anche tutti, come, un titolo di quella pesantezza, incida sia sull’opinione pubblica sia sugli operatori in modo esponenzialmente maggiore rispetto all’approfondimento di testi e studi. In sostanza, continuo a rivedere note di profonda amarezza.

L’analisi in questione riguarda più vettori e non solo le autostrade, ad esempio nello stesso articolo del Corriere della Sera (corriere.it), si citano le ferrovie. Ritengo intuitivo che il potenziale di contagio interpersonale sia maggiore nel trasporto pubblico di massa, piuttosto che in quello privato e nello specifico sui Tir. Tanto che le misure di sicurezza adottate prima dal nostro Governo, poi da quelli di altri Stati, puntano sul di stanziamento sociale e non certo sul blocco del bancale o dell’autotrasporto.

Scrivere “Il contagio ha viaggiato sui Tir in autostrada” non è querelabile, perché è probabile che il Covid 19 abbia “viaggiato” anche sui Tir, come sulle vetture private, sui treni o sugli aerei, in bicicletta, sugli abiti o sui carrelli dei supermercati; indisturbato, almeno nella fase iniziale della diffusione. Prova ne è che anche l’autotrasporto ha i suoi operatori positivi. Ma non per questo untori!

Se mai, come per altre categorie, vittime di senso civico e senso di responsabilità.

https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_12/coronavirus-studio-il-contagio-ha-viaggiato-tir-autostrada-e8811248-7c6e-11ea-9e96-ac81f1df708a.shtml

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Garanzia dello Stato su prestiti (articolo 1) – Sono stati stanziati 200 miliardi di euro, di cui 30 da destinare ad interventi per PMI, per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese. In particolare è stato previsto che tramite SACE Spa lo Stato offra la garanzia sui nuovi prestiti che vengono chiesti alle banche a seguito dell’emergenza Coronavirus. La garanzia è rilasciata entro la fine del 2020 per finanziamenti di durata non superiore a 6 anni con possibilità per le imprese di un preammortamento fino a 24 mesi; le imprese non devono avere esposizioni deteriorate al 31 dicembre 2019. Essa è a prima richiesta e copre fino al 90 per cento dell’importo finanziato, col limite di importo corrispondente al maggiore tra i seguenti parametri: 25 per cento del fatturato, ovvero doppio del costo del personale, entrambi con riferimento al 2019. Le commissioni annuali sono pari a 0,5% per il primo anno, 1% per il secondo e terzo anno e 2% per gli anni successivi fino al sesto; per le PMI i tassi sono dimezzati. Ci sono peraltro condizioni da rispettare per usufruire della garanzia statale, tra cui il divieto di distribuzione dei dividendi nei successivi 12 mesi dall’erogazione del finanziamento, l’impegno a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali (questa condizione è particolarmente limitativa), la destinazione delle somme alle spese di funzionamento di stabilimenti localizzati in Italia. La procedura di richiesta della garanzia statale avviene direttamente tramite la banca che concede il finanziamento. Si rileva che l’efficacia dell’intera misura resta peraltro subordinata all’approvazione della Commissione Europea ai sensi della disciplina degli aiuti di Stato.

Misure per garantire la continuità d’impresa (articoli 5, 6, 7, 8, 9, 10) – Sono state previste disposizioni per evitare il rischio di fallimento delle imprese; in particolare per le perdite di capitale sociale dovute alla crisi del Covid 19 e verificatisi nel corso degli esercizi chiusi al 31 dicembre 2020 non si applicano le norme del codice civile che impongono l’immediata messa in liquidazione; parimenti è stato previsto che i bilanci possano essere redatti con la valutazione delle voci nella prospettiva della continuazione dell’attività; sono stati sospesi gli effetti dei meccanismi di disincentivazione dei finanziamenti da parte dei soci previsti dagli articoli 2467 e 2497 quinquies del Codice Civile; inoltre è stata rinviata al 2021 l’entrata in vigore del nuovo Codice sulle crisi di impresa di cui al D.Lgvo n.14/2019; sono stati prorogati di sei mesi i termini di adempimento dei concordati preventivi e degli accordi di ristrutturazione aventi scadenza tra il 23 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2021; sono stati sospesi i ricorsi e le richieste di dichiarazione di fallimento e di stato di insolvenza; sono stati altresì sospesi i termini di scadenza di alcuni titoli di credito.

Sospensione dei versamenti delle ritenute operate sui redditi di lavoro dipendente e assimilato e dei contributi previdenziali, assistenziali e Inail (Articolo 18 c.8) – Le imprese della catena logistica continuano a beneficiare della sospensione fino al 30 aprile prevista dal DL n.18/2020 (articolo 61 comma 2 che rinvia all’articolo 8 del DL n.9/2020); per il mese di maggio invece la sospensione spetta in base alla effettiva riduzione di fatturato; si rammenta che le somme sospese vanno versate in 5 rate mensili a decorrere dal mese di maggio (o unica soluzione).

Sospensione dei versamenti Iva (articolo 18 c.1-4) – La sospensione dei versamenti Iva nei mesi di aprile e maggio spetta alle imprese che mostrino una diminuzione del fatturato di almeno il 50 per cento rispettivamente nel mese di marzo 2020 rispetto a marzo 2019 e nel mese di aprile 2020 rispetto a aprile 2019; per le imprese con ricavi annui inferiori a 50 milioni di euro è sufficiente una diminuzione di fatturato del 33 per cento. Per le imprese dei comuni di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza la sospensione si applica a fronte di una riduzione di fatturato del 33 per cento indipendentemente dalla dimensione aziendale. Gli importi sospesi vanno versati

in 5 rate mensili a decorrere dal mese di giugno (o unica soluzione).

Sospensione ritenute d’acconto su lavoro autonomo (articolo 19) – E’ stata confermata la disposizione già prevista nel DL Cura Italia in base alla quale i lavoratori autonomi con redditi fino a 400 mila euro annui possono chiedere la sospensione delle ritenute d’acconto da parte dei sostituti d’imposta per i compensi ricevuti dal 17 marzo al 31 maggio 2020.

Acconti previsionali delle imposte sui redditi (articolo 20) – Gli acconti delle imposte sui redditi da effettuare nel mese di giugno possono essere calcolati in misura non inferiore all’80 per cento dei redditi di quest’anno.

Rimessione in termini per i versamenti (articolo 21) – I versamenti nei confronti delle PA scaduti a marzo si considerano tempestivi se effettuati entro il 16 aprile 2020.

Certificazioni Uniche dei sostituti d’imposta (articolo 22) – E’ stato prorogato al 30 aprile il termine per la consegna e la trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle Certificazioni Uniche dei sostituti d’imposta.

Versamento imposta di bollo su fatture elettroniche (articolo 26) – Sono state previste semplificazioni nel versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche, ma solo per importi inferiori a 250 euro trimestrali.

Credito d’imposta per acquisto DPI (articolo 30) – Al fine di incentivare l’acquisto di dispositivi di protezione individuale nei luoghi di lavoro, il credito d’imposta per le spese di sanificazione introdotto col Decreto Cura Italia è esteso per le spese di acquisto dei DPI, sempre col limite del 50 per cento delle spese sostenute e col massimo di 20 mila euro.

Rinvio termini processuali (articolo 36) – Il rinvio d’ufficio dei termini processuali già previsto col DL Cura Italia è prorogato all’11 maggio 2020.

Rinvio termini procedimenti amministrativi (articolo 37) – I termini per la giustizia amministrativa rinviati ai sensi del DL Cura Italia sono prorogati ulteriormente al 15 maggio 2020.

In questo periodo siamo in contatto con  le organizzazioni sindacali del Trasporto che condividono un percorso comune, in modo particolare con Maurizio Longo, che si è fatto particolarmente partecipe alle esigenze dell’Autotrasporto, soprattutto nel denunciare gli abusi e soprusi che la categoria in questo momento sta vivendo.

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Situazione quasi insostenibile nel settore trasporti, i tempi di pagamento dai primi dati si stanno ulteriormente allungando, la Società autostrade vuole che i pedaggi siano pagati, i rifornimento di gasolio devono essere pagati, I dipendenti devono essere pagati.

Qualora si dovesse verificare (come sta già accadendo)  dei ritardi dei pagamenti tutto il sistema collasserà, i primi a fare da banca ai committenti saranno proprio le aziende di trasporto e dette aziende non godono dei privilegi riservate agli istituti bancari

Qui sotto l’intervista completa

 

Intervista di Remo Croci a Roberto Galanti

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Mancano pochi ore per la S.Pasqua, giorno di pace, allora, anche se in anticipo sulla consueta rubrica domenicale, cerco di evidenziare quello che sta accadendo (una parte ovviamente) in Italia nel settore dell’autotrasporto.
Che sorpresa ci sarà nell’uovo? Solo tante preoccupazioni e speranze.
Oltre ai problemi cronici della categoria che non si è mai riusciti a risolvere, arrivano segnali di insostenibile sofferenza per molte delle nostre imprese specie per quanto attiene la distribuzione degli alimentari, dei medicinali, delle attrezzature e non solo.
Primo problema è la evidente riduzione dei fatturati che determinano l’ossigeno per le imprese che comunque provvedono a garantire (non so fino a quando) occupazione e sopravvivenza. Concedere prestiti con rimessa a sei anni, va benissimo ma se si riesce a lavorare.
In questa fase durissima, sul calo di fatturato, pesa molto anche il fatto che i viaggi in andata non trovino materie per i viaggi di ritorno: impensabile non tenere conto del costo del rientro a vuoto dei mezzi. Non solo. Come non bastasse, abbiamo notizia che alcuni committenti iniziano a proporre i pagamenti per i servizi fino a 12 mesi, partendo anche da crediti pre-coronavirus: vi ricordo che un servizio di autotrasporto dovrebbe essere pagato entro 60 giorni che per me sono anche troppi.
Da letture e ascolti, qualcuno, in rappresentanza della committenza, continua a sostenere che il prezzo del trasporto è troppo alto. Ancora questa storia!!!
“Signori committenti, avete mai provato a fare obiettivamente i conti di quanto costa, considerando tutte le voci, un km ad una impresa di autotrasporto? Beh se non lo avete fatto cerco di aiutarvi. Con quello che pagate, un’impresa, a malapena riesce a sopravvivere e se volete sono pronto al confronto senza scomodare i luminari di economia; basta fare il cosiddetto “conto della serva”.
La crisi che ci preoccupa è determinata anche dalla chiusura degli stabilimenti in Italia e dalle difficoltà a fare trasporti internazionali.
In questo periodo di emergenza, spero che, sia le forze politiche sia i nostri connazionali, abbiano capito l’importanza di un settore tanto strategico quanto bistrattato.
In buona sostanza, l’autotrasporto che ha sempre dimostrato senso di alta responsabilità, inizia ad avere affanno: per essere chiari, si è vicini alla effettiva impossibilità per le imprese di garantire il servizio e l’occupazione. Senza una soluzione a breve che alleggerisca i costi attualmente caricati sui soli autotrasportatori, si potrebbero generare atti di autonoma insofferenza che verrebbero a trovare (speriamo di no) solidarietà diffusa: in questo senso sono diverse le avvisaglie che si registrano da Nord a Sud, isole incluse.
Oggi non ci possiamo permettere di arrivare a questo, eppure è un rischio che si sta correndo.
Evitiamo, mi rivolgo a chi poi decide, di far fermare proprio ora l’autotrasporto. La speranza è che la “settimana di Passione” aiuti a portare ragionevolezza.
Ai colleghi, a cui va un abbraccio di cuore, dico: cerchiamo di resistere.
A emergenza virale finita, o alleggerita, faremo i dovuti conti, le considerazioni e prenderemo anche le necessarie decisioni, ma non ora… almeno fino a quando è possibile.
Buona Pasqua a voi tutti e alle Vostre famiglie

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In arrivo  un’ulteriore pericolosa tegola per un settore, quello dell’autotrasporto, già fortemente provato dallo stress e dai rischi di contagio. L’autotrasporto movimenta circa 125 miliardi di TKM (tonnellate per chilometro), e quindi pesa circa l’80 per cento di tutte le merci trasportate su strada. In questi giorni, forse per chi non conosce il settore, ci si è resi conto dell’importanza vitale nella società e nell’economia del paese Italia.

Un “nodo” pesante,  quello ormai storico relativo ai tempi di pagamento ed alla certezza del pagamento che non dovrebbe superare i  60 giorni (gia tanti, secondo me da imprenditore) dalla effettuazione del servizio, oggi, si somma alla incertezza quasi completa della riscossione; eppure ogni giorno un camion carica, viaggia, consegna, rientra e paga tutto (quando va bene) sapendo che il giorno successivo deve ripetere tutto con la stessa incertezza.

Questo ovviamente ha un costo spesso da saldare nell’immediato e quindi nessuno si può permettere di anticipare per altri (committenti), ai quali abbiamo sempre fatto da banca (molti pagamenti avvengono a 90/120 giorni) e deposito.

Passando all’attuale, per 60/90 giorni precedenti, relativi ai mesi di gennaio, febbraio e marzo (per le aziende di trasporto più fortunate) l’autotrasportatore è riuscito miracolosamente, a fronte del mancato incasso,  ad  anticipare i costi del personale, del gasolio, dell’autostrada e delle dotazioni di sicurezza, con la speranza di portare in azienda quella liquidità essenziale per continuare a garantire la sopravvivenza propria  della collettività .

Molte sono le chiamate che abbiamo ricevuto come Associazione di Categoria da parte dei nostri associati che a loro volta sono stati chiamati (gentilmente) dai propri committenti riferendo che non sarà possibile ritirare la RIBA, effettuare il Bonifico, accollando al solo “coronavirus” la colpa del mancato incasso.

Ancora una notizia che apprendo dai social (rischio)….. pare stiano arrivando le lettere recapitate ai fornitori da diversi committenti che preannunciano lo slittamento dei pagamenti anche di 12 mesi.

 Siamo alla follia totale.

Il rischio?

Se nulla cambia, si corre il rischio di forme autogestite di protesta per necessità manifesta che potrebbero arrivare,per adesione a catena, ad un fermo generale dell’autotrasporto anche per i settori sensibili (alimentare, carburanti, medicine, attrezzature). Persistendo tale situazione il fermo dei servizi non avverrà  per proclamazione, ma di fatto e questo sicuramente sarà molto difficile da gestire.

Ovviamente la speranza è che ciò non avvenga almeno per ora, ma alla ripresa bisognerà rivedere tante questioni rimaste inevase sui tavoli delle trattative da decenni. Una di queste, sicuramente seconda alle attuali necessità, è sicuramente quella della verifica della effettiva  rappresentatività del settore.

Ora sorge un dilemma, quante e quali  aziende di trasporto riusciranno a sopravvivere e  superare questo momento?

Una risposta? Beh considerato il momento critico, ma soprattutto il settore viene già da tanti anni, se non decenni, da situazione di mancanza di  notevole liquidità evidente, rischiamo di non trovare più aziende di trasporto capaci di poter movimentare le merci sul territorio nazionale ed internazionale.

Credo opportuno che si debba intervenire in qualche modo per evitare un tracollo non solo del settore, ma dell’intera economia nazionale.

E’ bene portare a conoscenza quelle che sono le problematiche del settore che abbiamo voluto riassumere e condividere, (d’accordo con quanto elencato da Maurizio Longo) nei punti (l’elenco è molto più corposo ovviamente) e naturalmente riferite a questo particolare periodo critico

  1. Le imprese di autotrasporto non riescono a fornirsi di mascherine e dei dispositivi di sicurezza per i propri dipendenti (sul mercato sono inesistenti);
  2. Le aree di servizio, lungo le principali infrastrutture viarie, quando sono aperte, non eseguono attività di ristorazione;
  3. Moltissime aree di servizio, essendo chiuse, non consentono ai conducenti di accedere ai necessari servizi igienici;
  4. Sulle tratte marittime, anche in quelle in cui la navigazione dura 20 ore, la ristorazione è chiusa per cui niente pasti, caffè e acqua;
  5. Sindaci di comuni, soprattutto in Sicilia, che hanno ordinato la chiusura totale delle strade per cui non fanno passare neanche i mezzi che devono scaricare merce alimentare o varia;
  6. Le banche non applicano, o si rifiutano di applicare, la disposizione afferente la sospensione dei leasing in presenza, sul conto corrente dell’impresa, delle risorse economiche a copertura del canone;
  7. In caso di prorogabilità del leasing non è stato chiarito dal Mit il caso dell’aggiornamento della carta di circolazione;
  8. Non risultano notificate alla Commissione UE le proroghe inerenti i documenti personali dell’autista (patente, Cqc, carta tachigrafica, Cfp, Adr ecc..) e dei veicoli (revisioni);
  9. I trasporti eccezionali, le cui autorizzazioni godono della proroga di validità, sono impediti ad operare perché è necessaria la conferma del Mit senza la quale Polizia Stradale, Aiscat e ANAS non ritengono sia applicabile la disposizione.
  10. certezza dei pagamenti per i servizi nei tempi previsti e non “a piacere” da parte dei committenti.

Quando usciremo fuori da questo tunnel maledetto della infezione, il COVID-19, non ha fatto altro che evidenziare tutte le problematiche che erano già presenti nel settore del trasporto e non solo.

Il rischio è quello che una impresa su due rischia il fallimento.

Trasportare implica necessariamente organizzare il lavoro, quindi caro Ministro, le nostre imprese non sanno, in questo momento, quali saranno e se ci saranno, i permessi di circolazione nel periodo di Pasqua sul territorio nazionale.

Il Ministero competente trovi il tempo, sperando che ce ne sia, per intervenire ora, oppure si rischia di  assistere ad un “2020…..odissea nell’autotrasporto”.

CARISSIMI AMICI E COLLEGHI FACCIAMO GIRARE LE NOTIZIE, CONDIVIDIAMOLE, PERCHE’ MOLTI NON CONOSCONO I GRANDI E GRAVI PROBLEMI DELLA NOSTRA CATEGORIA!

CONNAZIONALI VOGLIATECI BENE, NOI VE NE VOGLIAMO!!!

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Il Segretario Nazionale Unilavoro Frija, denuncia un fatto veramente allarmante.

Siamo rammaricati da quanto sta accadendo in queste ore nei confronti del mondo artigiano. Il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato, insieme alle organizzazioni datoriali e sindacali costituenti, sembra che stiano lavorando per far chiudere per fallimento le aziende del settore». Questa è la dura presa di posizione del Segretario Nazionale di Unilavoro PMI Vito Frijia. Il governo, con il Decreto Legge n. 18 del 17/03/2020 ha stanziato 80 milioni di euro nei confronti di prestazioni di sostegno al reddito erogate tramite i Fondi di Solidarietà Bilaterali. L’INPS, poi, con la sua circolare n. 47 ha previsto che le imprese artigiane potranno richiedere l’assegno ordinario con causale emergenza COVID-19 direttamente al Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato, specificando che «il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato non rileva se l’azienda sia in regola con il versamento della contribuzione al Fondo».
«Pertanto – continua Frijia – il Fondo è niente altro che uno canale per la distribuzione di stanziamenti pubblici. Quello che sta accadendo in queste ore è invece paradossale: un comunicato ufficiale del Fondo comunica che le aziende artigiane dovranno versare fino a 36 mensilità arretrate, concedendo solo una rateizzazione di questi versamenti. Tutto questo per ricevere risorse pubbliche, e ribadisco pubbliche, per la cassa integrazione dei propri dipendenti. Questa richiesta è a nostro parere assolutamente illegittima poiché porterebbe, tramite la leva del contributo pubblico, ingenti risorse ad un fondo gestito da privati». Unilavoro PMI ha per questo annunciato battaglia a tutela delle migliaia di imprese artigiane che rischiano di dover scegliere se versare il contributo al fondo (che nella maggior parte dei casi è corrispondente a migliaia di euro), oppure rinunciare alle prestazioni di sostegno al reddito per i propri dipendenti. «La nostra Federazione Nazionale, che ha inviato una formale diffida al Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato, procederà a denunciare in tutte le sedi opportune queste condotte per noi illegittime», conclude Frijia.

fonte Corriere della calabria

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NOI EROI?
NO! STIAMO FACENDO QUELLO CHE ABBIAMO SEMPRE FATTO CON ORGOGLIO, SENSO CIVICO E MAGGIORE CORAGGIO: IL NOSTRO DOVERE.
Oggi facciamo, nonostante tutto, viaggi con le ali del cuore, ma in condizioni disastrose e prive delle minime attrezzature di sicurezza.
Le attuali evidenti difficoltà operative non sono nulla al confronto di un non auspicabile Tsunami finanziario che, seppur non voluto, si sta per abbattere sul settore che trasporta vita e speranze di sopravvivenza.
Non ci possiamo permettere di arrivare ad un arresto dei camion perché andrebbe in default tutta la “prima linea” degli operatori già in difficoltà ai quali va il nostro abbraccio e la solidarietà (medici, assistenti, vigili del Fuoco, alpini, esercito,infermieri, forze dell’ordine e volontari, farmacisti, impiegati delle poste che sono quotidianamente a contatto con l’utenza,commessi dei centri commerciali a tanti altri).
Per poter assicurare i nostri servizi avremmo bisogno di maggiori attrezzature per la sicurezza in cabina, mascherine praticamente introvabili, possibilità di fermarsi per un pasto caldo e per utilizzare i servizi essenziali nelle aree di sosta, maggiore sensibilità ai luoghi di scarico dove non ci è permesso neppure di utilizzare bagni e snack-mensa pur con tutte le cautele possibili, diminuire, con maggiore attenzione ed organizzazione, i tempi di attesa per il carico e lo scarico e soprattutto, problema antico, la certezza dei pagamenti non con cadenza annuale ma secondo i disposti mai applicati Anche in altri paesi della Comunità.
E’ impensabile ed inumano pensare che nostri autisti possano fare la quarantena in cabina, perché credo sia nel diritto di ognuno, di poter fare ritorno a casa dai familiari.
Non si tratta di fare classifiche e liste degli “eroi” perché tutti lo sono, ognuno a modo loro, ma bisogna capire e far capire, non l’accessorietà ma la vitalità dell’autotrasporto.
Senza l’autotrasporto non si muove nulla e nulla si può fare. Per quanto riguarda noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto come missione e certamente non ci tireremo indietro dinanzi a nulla, ma chiediamo il “minimo sindacale” di quello che è necessario per svolgere il servizio nel migliore modo possibile.
Carissimi connazionali, ricordatevi di noi, quando sarà tutto finito e zone rosse, mascherine e guanti in lattice saranno solo un brutto ricordo;
Ricordatevi di noi, quando vi fermerete a fare rifornimento perchè il carburante non viene raccolto, per caduta dal cielo, ma viene portato e potrete tranquillamente scendere a prendere un caffè al bar;
Ricordatevi di noi, quando il sabato andrete con la famiglia nei centri commerciali per fare la spesa e dove potrete trovare tutto.
Ricordatevi di noi, quando la sera vi ritroverete con gli amici al bar per fare l’aperitivo o al ristorante;
Ricordatevi di noi anche quest’estate, quando forse (si spera) andrete in vacanza e magari uno di noi, in sorpasso, rallenta la vostra marcia veloce;
Ricordatevi che mentre eravate, purtroppo, a casa per tante settimane, noi eravamo sulle strade per assicurare quello che avete trovato da mangiare;
Ricordatevi di noi guardando quel camion al quale vi rivolgete, a volte, con attribuzioni pesanti, mentre siete dietro e magari infuriati.
Ricordatevi di noi, che non siamo né eroi né mercenari, siamo come i medici, gli infermieri, gli organi di polizia, vigili del fuoco e protezione civile: gente normale pronta a tutto quando c’è bisogno.
Ricordateci, quando potete, nelle vostre preghiere perche non possiamo permetterci di fermare i camion. Fermarci significa, anche se non volenti, che non si avrà più nulla da fare e da mangiare.
Seneca diceva: “un popolo affamato non ascolta ragioni, né gli importa della giustizia e nessuna preghiera lo può convincere”. Evitiamo di arrivare a questo anche se cominciano ad arrivare dei segnali poco rassicuranti.
Non ci considerate “eroi” o “bestie”, ma persone normali che una volta a terra resteremo sempre camionisti pieni di umanità con un cuore grande.
Un grazie va ai mezzi di informazione (personalmente ringrazio gli amici Peppe Ercoli de “Il Resto del Carlino” e Remo Croci del gruppo reti Mediaset) che ci permettono di condividere, con le notizie, dolori e speriamo, a breve, anche tante gioie.

Adesso dobbiamo far conoscere il nostro vero mondo, i nostri problemi a chi non sa. Gli altri ( gli addetti ai lavori,) conoscono bene i problemi. Ecco perché penso sia utile condividere quello che ogni domenica umilmente scrivo. Facciamo diventare virali i nostri messaggi. Avremo tempo, quando tutto questo sarà finito e saremo in vita, di organizzarci per far sentire i sordi e far vedere i ciechi.
Buona strada

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