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Autostrasportatore di 48 anni è stato denunciato e sanzionato per aver manomesso i controlli del proprio mezzo, a danno della sicurezza stradale. La vicenda, secondo quanto riportano fonti della stampa locale, ha avuto origine nei giorni scorsi, durante un normale controllo alla circolazione dei mezzi pesanti in prossimità dell’Interporto di Bentivoglio.

L’autotrasportatore, un cittadino ucraino impiegato in una azienda di trasporti residente nel salernitano, avrebbe manomesso il cronotachigrafo, la scatola nera che registra tempi di guida, velocità e riposo del conducente, che per legge deve essere montata sui mezzi e sincronizzata in tempo reale durante la marcia.

Agli agenti è subito saltato all’occhio che i tempi indicati di riposo non potevano essere veritieri. Dopo alcune verifiche sul mezzo da parte di un tecnico la conferma: la scatola nera era stata alterata. immediata la sanzione per l’autista, così come la sospensione per due mesi della patente, L’uomo dovrà anche vedersela ora con una denuncia PENALE per omissione dolosa di cautele per infortuni sul lavoro.

fonte bolognatoday

 

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In data 2 marzo 2016 è entrato in vigore l’articolo 22 del regolamento UE 165/2014 del 4 febbraio 2014.

L’articolo chiarisce una serie di importanti aspetti relativi alla rimozione e sostituzione dei sigilli del tachigrafo.

Art.22 del Regolamento:

La rimozione o la rottura di un sigillo è effettuata solamente:

– da Installatori o da officine autorizzati dalle autorità competenti ai fini di riparazione, manutenzione o ricalibratura del tachigrafo, o da funzionari di controllo adeguatamente formati e, ove necessario, autorizzati a fini di controllo

– a fini di riparazione o modifica del veicolo che alteri il sigillo.

In siffatti casi, deve trovarsi a bordo del veicolo una giustificazione per iscritto della rimozione dei sigilli nella quale si dichiarino la data e l’ora in cui si sono infranti i sigilli, utilizzando il modulo relativo al regolamento (UE) n. 548/17 del 23 marzo 2017

Download “629_Reg._UE_548.17_modulo_rimozione_sigilli_crono.pdf”

629_Reg._UE_548.17_modulo_rimozione_sigilli_crono.pdf – Scaricato 210 volte – 54,13 KB

 

In tutti i casi, i sigilli sono sostituiti da un installatore o da un’officina, oppure dal costruttore del veicolo autorizzati, senza ritardi ingiustificati ed entro sette giorni dalla loro rimozione.

Anteriormente alla sostituzione dei sigilli, si effettua un controllo ed una calibratura del tachigrafo da parte di un’officina autorizzata.

Pertanto a partire dal 2 marzo 2016

• Nel caso di riparazione o modifica del veicolo che alteri il sigillo (attività meccanica tipo lavorazione sul cambio, ecc …) è obbligatorio rilasciare giustificazione scritta che riporti anche data e ora di rimozione. La dichiarazione deve trovarsi a bordo del veicolo.

• I sigilli rimossi devono essere ripristinati al massimo entro sette giorni dalla loro rimozione.

• I sigilli possono essere posizionati solo da officine autorizzate.

• Prima di posizionare i nuovi sigilli (indipendentemente dal motivo per cui sono stati rimossi) è obbligatorio effettuare un controllo e una calibrazione del tachigrafo.

Tutto ciò ha valore per i tachigrafi analogici e digitali

Un’altra situazione che si può verificare in taluni casi, potrebbe essere la rottura accidentale del sigillo KITAS.

Dal 1 ottobre 2012 i nuovi sigilli modello “KITAS II” sono immuni da calamite, o da altre alterazioni, inoltre è preferibile istallare a protezione del sigillo stesso i una “gabbia protettiva”posto sul bulbo del cambio, così come indicato nelle figure sottostanti

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sigillatura-taghigrafoCEE.pdf – Scaricato 333 volte – 987,57 KB  

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Per prendersi qualche giorno in più di malattia, il dipendente che presenta in azienda certificati medici falsi non rischia solo il licenziamento, ma anche una condanna penale. A dirlo è la Cassazione con una sentenza di poche ore fa .

Quando c’è il certificato medico, ma non la malattia

Nel caso in cui il lavoratore faccia falsamente certificare al proprio medico curante la presenza di una malattia, si pongono le condizioni perché il medico fiscale dell’Inps, a seguito della visita di controllo, ordini l’immediato rientro del dipendente al lavoro. Ma, a prescindere da ciò, il dipendente potrebbe essere licenziato ugualmente se viene “scoperto” dal datore (anche attraverso detective o testimonianze) mentre svolge attività incompatibili con la malattia (potrebbe rilevare anche una semplice uscita di casa).

Quando il certificato del medico viene falsificato

Diversa l’ipotesi del certificato medico riprodotto dal dipendente stesso. In questo caso, scontato il licenziamento, scatta anche l’incriminazione penale.

La sentenza in commento conferma la condanna a due mesi di reclusione – con sospensione condizionale della pena – e 400 euro di multa per tentata truffa ai danni dello Stato di un dipendente di scuola.

I falsi certificati erano caratterizzati dall’intestazione del medico (realmente esistente), dal suo timbro e dalla sua firma. I documenti presentati alla scuola, quindi, apparivano assolutamente conformi ad un qualsiasi certificato medico e tali da trarre in inganno chiunque, anche alla luce della tipologia delle diagnosi riportate e del linguaggio utilizzato.

fonte laleggeperttutti

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I titolari dell’azienda avevano messo a punto un macchinoso sistema capace di eludere diversi controlli. I tre sono stati denunciati per i reati di falso, violenza privata, illecita concorrenza e violazione delle normative sulla sicurezza nel lavoro.

Viaggi e spedizioni di lunga percorrenza in Italia tutte nel giro di un’unica giornata, così da contenere i costi dell’attività ma costringendo gli autisti a turni di guida massacranti. E’ finita nei guai un’importante ditta di autotrasporti con sede nella Piana lucchese, finita nel mirino della squadra di polizia giudiziaria di Lucca, coadiuvata dall’ufficio provinciale del lavoro e coordinata dalla procura della Repubblica. Quindici ore alla guida per i trasportatori, con un evidente pericolo di sicurezza per gli stessi autisti e per la circolazione stradale. Non solo: con questo meccanismo l’azienda si è resa responsabile della creazione di un sistema di illecita concorrenza rispetto a quelle ditte di autotrasporto che rispettano le regole con costi di esercizio superiori.

L’attività di autotrasporto era di fatto gestita da due lucchesi I.D.D., di 66 anni e K.D., di 39 anni, insieme a M.M., 37 anni che risultava però dalla documentazione cartacea della ditta l’unico amministratore. Il meccanismo architettato dai due consisteva in estrema sintesi nel fornire quotidianamente, agli autisti impegnati in lunghi viaggi, un documento denominato “Modulo di controllo assenze del conducente” che attestava falsamente che il conducente era in ferie, in malattia o comunque non impegnato alla guida nei 28 giorni precedenti il viaggio in questione, al fine così di precludere qualsiasi tipo di controllo documentale su strada da parte della polizia che, a quel punto non potevano chiedere all’autista alcuna documentazione relativa ai viaggi precedentemente effettuati dallo stesso.

Per evitare inoltre che il meccanismo venisse alla luce in occasione di eventuali controlli da parte dell’Ufficio Provinciale del Lavoro o della Polizia Stradale, periodicamente veniva denunciato il furto dei dischi cronotachigrafi inseriti sui veicoli, dai quali poteva essere ricostruita l’effettiva attività d’impiego degli autisti. Non se la passavano meglio i dipendenti impiegati presso la sede della ditta che dovevano lavorare “sotto l’occhio vigile” delle numerose telecamere installate in tutti i locali e controllabili anche in modalità remota dal I.D.D.; il primo addirittura controllava i dipendenti utilizzando il proprio tablet anche mentre si trovavano lontano dall’azienda. I tre sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca per vari reati tra cui falso, violenza privata, illecita concorrenza e la violazione delle normative sulla sicurezza nel lavoro mentre dall’attività di indagine si accertava anche la responsabilità di tre autisti della suddetta ditta che consapevolmente, in occasioni di controlli su strada da parte degli organi di Polizia, esibivano la falsa documentazione fornitagli dalla ditta.

fonte la nazione.it