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E’ di qualche giorno fa la notizia di una pattuglia di polizia municipale, di una nota città italiana, che allo scarico dei dati cronotachigrafici di un veicolo, ha emesso oltre 150 verbali su “presunte” infrazioni commesse oltre i fatidici 28 giorni.

La pattuglia analizzando i dati e applicando la norma, anzi,  “non applicando la norma” (reg. 561/2006 e succ. 165/2014), ha pensato bene di far fare cassa al comune elevando sanzioni per 848,00€ per ciascun verbale, per guida senza scheda, senza considerare, tra l’altro, l’eventuale opzione della funzione “OUT”.

Il problema non è tanto per la tipologia di verbale, qualora fosse stata rilevata nei 28 giorni e non fosse stata utilizzata la funzione “OUT OF SCOPE”, quanto sul numero degli stessi, cioè uno per ogni infrazione, che significa un ricorso per ogni verbale, che a sua volta significa 100€ minimo (non sufficienti nemmeno per preparare il ricorso e per pagare il contributo unificato di uno solo di essi) moltiplicato per gli oltre 150 verbali.

Mi sembra evidente che l’occasione “ghiotta” che si è presentata agli accertatori, analizzando i dati cronotachigrafici, probabilmente avrebbe prodotto qualche promozione all’interno del comando? Oppure un premio produzione? sì perchè oramai i comuni sono come delle aziende private, che necessitano di liquidità immediata, e gli oltre 200.000 euro di sanzione era non poca cosa.

Ora mi sorge un dubbio, chi pagherà le spese per i ricorsi visto che l’azienda di trasporto, come minimo chiederà i costi che ha sostenuto, oltre alla perdita di tempo.

Chi ha preparato questo comando della Polizia Municipale alla lettura e interpretazione dei dati cronotachigrafici?

Sicuramente questo caso avrà delle ripercussioni a livello nazionale e soprattutto presso i vari Ministeri dell’Interno e dei Trasporti.

Oltre alla beffa anche il danno, perchè, così come previsto dalla norma, il Comando della Polizia Municipale ha già comunicato al Ministero del lavoro, e al Ministero dei Trasporti (UMC di competenza), l’enormità delle sanzioni e l’azienda rischia la revoca, quindi non potrà più esercitare l’attività di trasporto.