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È una notizia che non è passata inosservata tra gli operatori del settore eppure, dopo tanti proclami fatti negli anni, finalmente il SISTRI cessa la propria esistenza liberando le imprese da oneri economici non indifferenti.

Con il Decreto Legge 290 del 14 Dicembre 2018, il Ministero dell’Ambiente ha decretato la chiusura definitiva del SISTRI a decorrere dal 1° Gennaio 2019.

Cosa accadrà quindi ad anno nuovo?

Tutti i soggetti interessati dalla gestione dei rifiuti dovranno procedere alla tracciabilità dei rifiuti prodotti, trasportati e gestiti attraverso le modalità classiche (formulario) che già conosciamo:

  • Formulario di identificazione rifiuti in 4° copie per il trasporto
  • Registro di carico e scarico rifiuti per i Produttori obbligati, trasportatori, intermediari ed impianti di recupero/smaltimento
  • Presentazione del MUD entro i termini normativi classici

Quindi cosa cambia?

Assistiamo finalmente ad uno snellimento delle attività. Non avremo più la necessità di iscriverci al SISTRI e pagare il contributo di iscrizione, gli automezzi non saranno più obbligati a montare blackbox per il trasporto di rifiuti  e non dovremo più attivare contratti di telefonia per le USIM da riporvi all’interno, non dovremo più pagare le officine per installare e disinstallare le blackbox ogni qual volta un veicolo viene sostituito ed infine non dovremo più preoccuparci di ricordarci dove sono custoditi i dispositivi USB SISTRI che tanto spesso sono stati smarriti in questi anni obbligando i produttori a versare ulteriori contributi ed a firmare denunce di smarrimento per poterne ottenere di nuovi.

Nel complesso potremmo affermare che pur facendo un salto indietro, nella realtà ne faremo uno in avanti.

E in futuro?

Nel prossimo futuro dobbiamo attenderci l’implementazione di un nuovo sistema di tracciabilità, speriamo più razionale e meno oneroso per le imprese e che sia in grado realmente di tracciare tutti i rifiuti speciali prodotti senza inutili eccezioni che di fatto complicano solo la vita.

Il nuovo sistema di tracciabilità auspichiamo sia applicabile in tutte le situazioni, progettato e realizzato da chi nel mondo dei rifiuti speciali ci lavora ogni giorno e che garantisca la giusta concorrenza nell’offerta dei servizi, legalità e tracciabilità di ogni singolo lotto di rifiuti avviato a recupero/smaltimento.

Attendiamo quindi che questo nuovo sistema di tracciabilità prenda forma e dal 1° Gennaio 2019 verifichiamo che le nostre attività siano in linea con quanto previsto dalla norma vigente.

Vi ricordiamo che con la cessazione del SISTRI gli articoli di legge a cui far riferimento, dal 1° Gennaio 2019, sono: 188, 189, 190 e 193 del D.Lgs. 152/2006 del testo previgente all’entrata in vigore del D.Lgs. 205/2010.

Resta invece valido l’articolo 194-bis del D.Lgs 152/2006 come modificato a Gennaio 2018 relativamente alla possibilità di inviare le 4° copie dei formulari a mezzo PEC nell’ottica di una completa digitalizzazione del sistema di gestione dei rifiuti.

A livello sanzionatorio occorre far riferimento all’art. 258 del testo previgente all’entrata in vigore del D.Lgs. 205/2010, in relazione alla Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari.

Per le attività di restituzione dei dispositivi SISTRI, chiavette USB e black-box, sarebbe utile attendere i primi giorni di Gennaio per conoscere se le modalità da applicare sono quelle previste dagli attuali manuali SISTRI o meno.

Chi restituirà quanto pagato negli anni per un sistema che non ha mai funzionato?

Attendiamo il mese di Gennaio 2019 poi probabilmente ci sarà una lotta contro il Ministero.

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Il SISTRI è il peggior sistema di tracciabilità dei rifiuti che si potesse adottare ed ora a chiederne la chiusura definitiva sono le associazioni di categoria, anche noi siamo pienamente in accordo con gli altri.

Stiamo pagando un servizio inutile e pertanto chiediamo  anche la sospensione del versamento del contributo annuale “fino a quando non sarà chiaro e definito un sistema funzionale e più coerente”.

L’attuale  situazione,  mette in condizione di svantaggio le imprese italiane rispetto alle concorrenti europee vista tutta la parte “burocratica” perchè solo di questo ad oggi è possibile parlare ed al pagamento di contributi annuali, soprattutto per il fatto che il sistema attuale verrà a breve ridefinito e probabilmente completamente rimpiazzato.

“Non si può continuare ad immaginare di tracciare i rifiuti attraverso un sistema incentrato sulla sola fase del trasporto e,  per giunta, con  strumenti obsoleti ed installati esclusivamente sulla motrice del camion  è necessario, invece, ridefinire un sistema di tracciabilità completamente diverso dal SISTRI, che rappresenti un valore aggiunto per le imprese e che scarichi le responsabilità su tutta la filiera e non solo alle aziende di trasporto ed inoltre risponda alle norme comunitarie, garantendo che  i rifiuti prodotti vengano correttamente smaltiti,  nel pieno rispetto delle esigenze di tutela ambientale, così come avviene in Francia, in Spagna e in Germania”.

PMIA inoltre sarebbe chiede che sia giunta l’ora di semplificare il quadro istituzionale chiedendo all’Albo Gestori Ambientali di fungere da interlocutore unico per chi vuole operare nel settore del trasporto e della gestione dei rifiuti sul territorio nazionale, anche per gli operatori esteri.

fonte trasporto europa

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Le sanzioni vengono rinviate, ma l’obbligo di versare il contributo rimane. È questo l’ultimo capitolo dell’annosa vicenda del Sistri, contenuta all’interno del decreto Milleprorogheapprovato dal Consiglio dei ministri dello scorso 23 dicembre. In pratica, con un mano il governo si rende conto dell’impossibilità di sanzionare un sistema in fase di trapasso e con i giorni contati, dall’altro ha bisogno di soldi per chiudere la partita con il vecchio gestore e intraprenderne una con il nuovo.

In termini logici si potrebbe essere indotti a dire: “benissimo, se sono obbligato a contribuire, ma non sono sanzionato se non lo faccio, tanto vale non pagare”. Ma il mancato versamento del contributo Sistri è una delle condizioni che tagliano fuori da molti tender e gare e, fino a prova contraria, dovrebbe essere valutato negativamente anche dal database sulla regolarità delle aziende di autotrasporto.

Quindi, saranno pure rinviate le sanzioni amministrative, ma quelle più pesanti, quelle cioè che spingono un’azienda fuori mercato, rimangono intatte. E allora…

fonte uominietrasporti